Per la rubrica “Volti di Napoli” Senzalinea incontra Giusy Tufano. Giusy è un’ affermata costumista teatrale, ma negli anni la sua passione per il cinema, il cosplay e la cultura giapponese l’hanno spinta a realizzare diversi progetti. Da eventi cosplay ad un maid cafè* itinerante, Giusy è ormai un punto di riferimento per gli appassionati campani, ma il suo futuro è forse lontano Napoli, ma la porterà a realizzare i suoi sogni di bambina….
Buongiorno Giusy, innanzitutto puoi raccontarci come è nata la tua passione per il mondo dello spettacolo?
Ho sempre avuto un grande amore per il cinema. Da piccola guardando i grandi colossal in costume o i video di Michael Jackson e affini ,mi chiedevo da dove venissero quei vestiti così splendidi e scintillanti, ne restavo ipnotizzata. In realtà non pensavo subito ad un mestiere correlato, la vedevo una cosa troppo distante e difficile per me. Abiti così meravigliosi , chi? Io? Impossibile. Ho iniziato a pormi il problema concreto verso i 16-17 anni.
Studiavo alla scuola di fumetto Comix a Napoli perché mi piaceva disegnare, cominciai a capire che qualcosa non andava quando passavo più tempo a pensare cosa mettergli che alle azioni che dovevo disegnare . In un secondo momento ho aperto un negozio e successivamente, dopo 6 anni di attività, l’ho chiuso per dedicarmi unicamente al lavoro di laboratorio costumi.
Qual’ è stata la tua “formazione” lavorativa?
Come si dice “mi sono fatta da sola”, anche se nel tempo ho seguito lezioni private di sarte professioniste ed ho avuto innumerevoli esperienze lavorative e partecipato a tantissimi concorsi. Ho realizzato lavori er cosplayer, cantanti, ballerine di burlesque, danzatori, pattinatori , attori, spose, bambini, donne, drag queen, acrobati, artisti di strada…perfino animali.
Questa è stata per me la “scuola” più importante, non ho mai potuto mostrare il famoso “pezzo di carta” di cui molta gente si fregia con giusta causa o che a volte se ne fa scudo, ma la pressione costante e la continua presenza di stimoli , mi hanno fatto comprendere i miei limiti e le mie infinite possibilità. Ed è questo il mio tesoro personale.
In ambito lavorativo quali sono state le tue maggiori soddisfazioni?
Riuscire a vivere di questo lavoro per me è una grande rivalsa sull’attuale crisi del nostro paese e della nostra terra, ogni abito che realizzo per me è una soddisfazione sempre nuova, soprattutto se l’abito viene utilizzato in spettacoli, vedi il tuo lavoro “prendere vita”. Non c’è soddisfazione migliore.
Quando hai iniziato a lavorare nel mondo “cosplay”?
Durante un’edizione del Comicon (quella del 2004), lavoravo in uno stand. Si iniziavano a vedere molte persone in costume che non solo li indossavano, ma interpretavano il personaggio per tutto il tempo,quindi mi venne subito voglia di provarci anch’io . All’inizio li ho realizzati per me ed i miei amici, di li a poco iniziai ad accettare commissioni facendo sempre più pratica. Era come se i personaggi che avevo sempre sognato di vestire nei film, fossero a portata di mano. Ringrazierò sempre il mondo cosplay per questa possibilità!
Hai organizzato anche alcuni eventi legati al cosplay, puoi parlarci di questa tua esperienza?
I miei possono essere considerati raduni semi professionali.Per me gli eventi sono fiere come il Comicon o il Romics. I problemi organizzativi non mancano. Da quelli puramente economici (è sempre difficile trovare fondi),a quelli burocratici (autorizzazioni,carte, Napoli è una città storica quindi bisogna sempre stare attenti a come muoversi). Chi di guadagnarci è fuori strada. La fatica è molta e le entrate praticamente nulle. Quello che sicuramente non ha prezzo è l’entusiasmo di chi ci mette anima a corpo per organizzare questi eventi e gli appassionati che regalano sempre tante soddisfazioni .Per questo possiamo ritenerci ricchi.
Hai introdotto il concetto di maid cafè* giapponese nella realtà partenopea con il Kawaii Coffee Shop, puoi parlarci di questa esperienza?
Quella del Kawaii Coffee shop è una bella cosa, perché è diversa da altri tipi di lavori ,per me è come avere un’altra famiglia, mi sento con i ragazzi anche quando non possiamo vederci, condividendo gioie e dolori. E’ come se avessi altri fratelli e sorelle. In realtà non siamo stati i primi, ma l’unione e l’amicizia è il nostro successo. Un’attività del genere non è semplice da far funzionare a Napoli, ma a parte le fiere, ci adattiamo ai gusti e alle necessità dei nostri clienti.
* Il maid cafè è un tipo di caffetteria in stile manga dove si è serviti da giovani “maid”, vestite in pizzo di stile vittoriano e francese di fine ‘800 ed eleganti “butler”.
Cosa vedi nel tuo futuro?
Molte cose che probabilmente mi porteranno a lasciare Napoli in futuro. Mi spiace se sarò costretta a lasciare la mia terra, la amo moltissimo, ma è il prezzo da pagare per un giusto obiettivo. Il mio sogno del cinema è sempre più vicino…