Nacque a Napoli il 6 nov. 1840 da Domenico, presidente del Parlamento napoletano nel 1848, e da Rosa Lopiccoli. Studiò sotto la guida di Raffaele Masi e si laureò nel 1860 in lettere e filosofia e in giurisprudenza nell’università di Napoli.
Capitelli fu una figura di rilievo nella Napoli della seconda metà del Settecento. Nel 1865,entrò nel Consiglio comunale, in seguito divenne sindaco dal 17 aprile 1868 al 25 settembre 1870.
Apportò migliorie alla città in campo sociale, politico e culturale. La sua elezione a Sindaco fu fondamentale per attuare una serie di iniziative che cambieranno Napoli in maniera radicale, quali la promozione della pubblica istruzione, il prolungamento di Via Duomo, la sistemazione della Riviera di Chiaia, delle Fosse del Grano e del Corso Vittorio Emanuele, il contenimento del fenomeno alluvionale conosciuto come “lava dei Vergini”, e l’impianto di una prima linea di tram su rotaie con vetture trainate da cavalli.
.Capitelli incrementò anche l’istruzione popolare primaria e secondaria attraverso l’apertura di nuovi asili infantili, scuole elementari, e scuole tecniche municipali; trattò anche, con la mediazione del prefetto di Rudinì, la cessione al municipio del Castelnuovo da parte dell’amministrazione militare.
Le elezioni parziali del 31 luglio 1869 per il rinnovo di un quinto dei consiglieri comunali rafforzarono notevolmente l’opposizione di sinistra, e il prefetto attribuì la sconfitta del partito moderato al generale malcontento suscitato nel paese dall’aumento delle imposte. I costosi festeggiamenti decretati dal Capitelli nel novembre 1869 in occasione della nascita del principe di Napoli, il futuro Vittorio Emanuele III, sollevarono numerose ed acute critiche di prodigalità al Capitelli, che aveva ricevuto il titolo di conte quale padrino del neonato principe.
Il sostegno prefettizio alla parte filogovernativa non bastò a superare il crescente malcontento per la politica fiscale del governo.
Privo ormai di una maggioranza il Capitelli, benché confermato sindaco per il triennio 1870-1872, rassegnò subito le dimissioni. Questa decisione non fu condivisa dal presidente del Consiglio e ministro dell’Interno Lanza che inviò, da Firenze il 7 agosto, una lettera “riservatissima” al prefetto D’Afflitto per far recedere il Capitelli dalle dimissioni. Anche se non era più sindaco, partecipò ancora attivamente alle sedute del Consiglio comunale, intervenendo criticamente nelle discussioni dei bilanci, fin quando il Consiglio non fu sciolto nel giugno 1872. La caduta della Destra, nel marzo 1876, induce il Capitelli a presentare le dimissioni .
Nel luglio 1884 fu eletto consigliere provinciale di Napoli nel collegio cittadino di S. Ferdinando e, durante l’epidemia di colera, svolse un’opera di intenso soccorso ponendosi al servizio della Croce Bianca.
Dopo svariate vicissitudini politiche si trasferì a Messina, dove si insediò nella prefettura, finché verrà collocato a riposo da Giolitti con decreto del 31 gennaio 1907. Ritiratosi a Nervi, presso Genova, morirà in questa località pochi mesi dopo.