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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Riflessioni Senza Linea

Hasta luego all’arco borbonico

Fabiana Sergiacomo
Fabiana Sergiacomo 2 anni fa
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3 Min Lettura
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Siamo alla deriva…

Napoli colpita ancora.

Ennesimo episodio di trascuratezza nella cura della città.

Crolla l’arco borbonico, ultima testimonianza di grande rilevanza storico-artistica dell’antico porticciolo dei pescatori del ‘700, all’epoca approdo dei pescatori “luciani”, gli originali abitanti del Borgo di Santa Lucia.

Costruito interamente in pietra, l’antico molo é ritratto in tanti dipinti dell’arte pittorica partenopea.

Simbolo di una Napoli che resisteva contro l’onda d’urto del tempo, le violente mareggiate e il maltempo degli ultimi giorni ne hanno compromesso definitivamente la stabilità, determinandone il rovinoso crollo.

Da anni, malgrado le segnalazioni di amatori e sostenitori, è stato lasciato in uno stato di abbandono totale e di colpevole incuria da parte di tutte le istituzioni coinvolte, reggendosi in equilibrio piuttosto precario su un unico instabile masso di pietra.

Ultimo intervento, ma insufficiente ad evitarne il crollo, l’arco era stato puntellato con dei tubi innocenti, travolti anch’essi dalle ultime burrasche che lo hanno fatto rovinare in acqua quasi del tutto e a guardare immagini e video viene davvero un forte scoramento.

Il 2020 si é concluso, come abbiamo visto dalle immagini social circolate, con una sorta di tsunami che ha colpito duramente il lungomare e i ristoratori della zona, distruggendo non solo un’intera area di via Caracciolo ma anche una fiancata del Castel dell’Ovo, che ha resistito per secoli ma non ha retto alla forza impietosa del mare in burrasca del 28 dicembre.

Purtroppo, l’amarezza del crollo dell’arco borbonico è l’epilogo di una città che si presenta abbandonata e trascurata, devastata dal mal tempo e dalla incidenza della crisi economica, colpita nel vivo dei suoi simboli.

A distanza di poche ore, difatti, Castel dell’Ovo e Arco Borbonico sgretolano dinanzi alla forza imperante e disperante della natura, e allora viene in mente – ahimè!- che il sangue di San Gennaro non si é sciolto…

Al di là del misticismo teologico, é una cruda realtà che la profonda crisi della città unita alla precarietà del momento e ad una politica dinteressata alla tutela del patrimonio artistico storico e culturale di Napoli si rispecchiano nel vulnus di questi giorni alla bellezza e alla storia antica di Partenope con eventi naturalistici in opposizione, e i simboli della città in sofferenza con  il mare in sommossa e il sole in netta ritirata come mai negli inverni passati!

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Pubblicato da Fabiana Sergiacomo
Fabiana Sergiacomo, funzionario del Miur, appassionata della mia città e della sua inesauribile cultura. Dotata di una passione sconfinata per la lettura, la scrittura e l'arte che Napoli offre in ogni angolo e in ogni suo tratto caratteristico.
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