Il mondo dei virus è molto strano ed estremamente variegato; esistono tante specie diverse di queste microscopiche entità che vanno da categorie quasi del tutto benigne a forme più gravi ed addirittura letali, basti pensare alla pandemia di SARS-CoV-2 che sta sconvolgendo la nostra società. Fortunatamente non tutti i virus sono in grado di generare i disastri indotti dal nuovo coronavirus, ma alcuni, una volta infettato l’essere umano, possono permanere nell’organismo e causare grandi fastidi, uno di questi è il virus che provoca l’Herpes Zoster più noto a tutti come il “Fuoco di Sant’Antonio”.
L’herpes zoster è causato dallo stesso virus della varicella l’Herpes virus umano 3. La varicella rappresenta la malattia acuta dovuta all’infezione dell’herpes virus, dopo che la fase acuta dell’infezione si risolve, questo particolare virus è in grado di nascondersi nel corpo delle cellule nervose. La cellula nervosa ha una struttura alquanto particolare, infatti è costituita da un corpo microscopico (detto soma) ed un filamento lunghissimo rispetto al soma stesso detto assone, questi lunghi filamenti insieme formano i nervi. Una volta che l’herpes virus si è rifugiato all’interno del soma può rimanere quiescente anche per diversi anni addirittura decenni, una volta risvegliatosi percorre gli assoni lungo tutto il loro decorso causando l’infezione virale della regione di cute servita da quello specifico nervo infetto.
In genere un sistema immunitario competente è in grado di arrestare la riattivazione del virus, ma non è ancora del tutto chiaro il meccanismo per il quale in determinate condizioni le nostre difese falliscono in tale compito. La causa più probabile di riattivazione è per l’appunto un insulto o indebolimento delle difese immunitarie dovuto ad esempio ad invecchiamento, terapie immunosoppressive, stress psicologico, altre infezioni virali.
A livello cutaneo, il virus causa un’evidente infiammazione locale con comparsa di vescicole. Il dolore a breve e lungo termine causato da herpes zoster deriva dalla crescita diffusa del virus nei nervi infetti, può essere molto intenso ed in genere precede di qualche giorno la comparsa delle vescicole.
Tra le principali complicanze si segnalano l’herpes zoster oftalmico, dovuto all’ interessamento del ganglio di Gasser responsabile dell’innervazione di parte dell’occhio. Anche in questo caso è presente dolore e vescicolazione localizzata al viso, ma la malattia oculare può essere grave; se non trattata potrebbe complicarsi ed indurre problemi visivi e cecità.
Altra complicanza, meno grave, ma in ogni caso invalidante, è la nevrite posterpetica. Tale condizione è maggiormente frequente nei soggetti anziani, nei quali i dolori possono persistere nella sede interessata per mesi, anni o addirittura in modo permanente.
La diagnosi è fondamentalmente clinica, in caso di rari dubbi è possibile effettuare la ricerca delle cellule giganti multinucleate con il test di Tzanck per confermare l’infezione da herpes simplex, il quale può produrre lesioni molto simili, ma generalmente con diversa distribuzione. I virus possono essere identificati attraverso test colturali o PCR (Polymerase Chain Reaction). Può essere utile il riscontro dell’antigene in un campione bioptico.
Il trattamento deve essere sempre prescritto dopo una valutazione medica e prevede la gestione del dolore con antinfiammatori e antidolorifici e l’eventuale utilizzo di antivirali per reprimere la replicazione.
Riferimento: Di Kenneth M. Kaye, MD, Harvard Medical School, MSD Manuals 2020