Il termine valano, indica lo stalliere, il bifolco, l’addetto al bestiame. I valani erano fanciulli abbandonati, figli di giovani ragazze sole e abusate, costrette a vendere i propri piccoli per poter continuare a vivere. Ogni anno il giorno dell’Assunta in molte città del sud si compiva l’atroce vendita di bambini per la manodopera pastorale.
Ogni anno, il 15 agosto, giorno della Madonna dell’Assunta, nella piazza Orsini di Benevento, di fronte al Duomo avveniva la compravendita dei bambini che venivano venduti come merce in cambio di grano e per una misera manciata di soldi che venivano dati in cambio di un anno di duro lavoro come pastori o stallieri, obbligati a compiere qualsiasi tipo di incarico Il padrone avesse richiesto.
Ovviamente il lavoro minorile era scarsamente retribuito, spesso la rimunerazione di un intero anno di lavoro, corrispondevano al salario giornaliero di un lavoratore maschio adulto. Il bambino una volta comprato, cominciava il lavoro l’8 settembre, giorno della natività della Madonna, che non a caso fù eletta Protettrice dei valani. Il ragazzo da quel giorno si allontanava dalla famiglia che poteva riabbracciare solo quando il padrone glielo avesse concesso, e mai prima di un anno.
Fortunatamente questa pratica è venuta meno dopo che l’avvocato Francesco Romano con un articolo del 1950 dal titolo “Bambini venduti per un sacco di grano”. rese di dominio pubblico quello che molti sapevano ma che nessuno osava dire. Ma solo all’inizio degli anni sessanta con l’esodo migratorio verso le città industriali del nord Italia ed il processo di meccanizzazione del lavoro agricolo, questa forma di schiavitù minorile finalmente cesso’