Martedì 2 e mercoledì 3 novembre 2021, alle ore 21, sul palcoscenico del Teatro Sannazaro va in scena lo spettacolo Aldiqualdilà – Tre maschere dell’adiqua nell’aldilà dantesco – da un’idea di Dario Menee, Giuseppe Pestillo ed Ettore Nigro che firma il testo con Giovanni Del Prete a cui è affidata anche la regia. Arlecchino, Capitano e Pulcinella (interpretate da Antonio Vitale, Ettore Nigro e Gaetano Franzese) intraprendono un viaggio nell’aldilà, nella vana ricerca di un santo in paradiso a cui votarsi per trovare un posto nell’aldiqua. Seguendo le orme di Dante Alighieri attraversano l’Inferno e il Purgatorio, per giungere infine in un Paradiso vuoto dove, al cospetto della luce di Dio, si spoglieranno di qualsiasi maschera. Ad accompagnare i tre buffi eroi nel lungo viaggio, una figura femminile misterica e simbolica (interpretata da Anna Bocchino).
«Lo spettacolo accosta il linguaggio della Commedia dell’Arte, convenzionale e teatrale, a quello della Divina Commedia, lingua-musica esoterica e di trasformazione. Le maschere di Pulcinella, Arlecchino e Capitano, sono intese qui come persone possedute, e non attori consapevoli; traducono tutto in qualcosa di concreto e tangibile, secondo la loro psiche. La loro ricerca di un posto equivale senza dubbio ad una collocazione lavorativa, ma anche personale e misterica; i nostri buffi eroi risultano anacronistici, decontestualizzati, fuori posto, e immaginano che solo un “santo in paradiso” potrà, con un miracolo (o una raccomandazione), collocarli nuovamente.
I tre si muovono nelle stesse atmosfere del viaggio dantesco, archetipo facilmente riconoscibile, e immediatamente teatralizzabile. L’inferno, il purgatorio e il paradiso che visitano sono dei mondi mentali in cui si perdono e si ritrovano ogni volta girando su se stessi. Il viaggio terminerà in una catarsi finale sospesa: cercano un posto e trovano qualcosa di più profondo. Il discorso sull’uomo si compie, come si compie anche il discorso sul piano attoriale, guidati dalla donna, l’Attrice, l’unica che vive in modo sano l’identità attoriale. L’Attrice diventa il principio germinativo di vita e di morte, riesce con serenità ad entrare e a uscire senza aver paura di rinascere/morire o perdere il ruolo e il posto. La donna, in questo modo, diventa l’Arte stessa, l’unica che riconosce e indica la vera strada, quella senza veli e senza maschere». Lo spettacolo sarà in scena il 2 e 3 novembre, per altre info basta cliccare qui.