E’ davvero una noia: non passa settimana senza una polemica, un lamento, un errore.
Ormai non fa più notizia il calcio in sè, nessuno parla più di calcio: in tv e nelle radio è un susseguirsi di allenatori che piangono come le famose reputatrici siciliane o gli orfanelli del nord, pagati per piangere ai funerali!!! Per non parlare dei giornalisti, o meglio di tutti questi personaggi, sono a decine, che popolano gli studi di tv più o meno note e mettono in scena siparietti grotteschi e polemizzano su ogni cosa.
Tutti piangono, tutti si lamentano, tutti ormai fanno della permalosità un vero e proprio stile di vita.
Non si salva nessuno.
E poi ci sono loro: gli arbitri e i loro colleghi al var che ogni santa domenica, anzi ogni santo giorno ormai, combinano più guai di Bertoldo con valutazioni cervellotiche, ogni volta diverse ed incoerenti, causando il lancio di accuse reciproche che rimbalza da Milano (da entrambe le sponde) a Bergamo, da Roma a Venezia, da Torino a Como, in un susseguirsi di parole vomitate e senza senso.
Finanche i telecronisti non sono più quelli di una volta: faziosi all’inverosimile, accompagnati sempre dall’esperto di turno (spesso un ex giocatore o un allenatore fallito) che ci delizia con le sue valutazioni di campo.
In tutto questo teatrino, il calcio è marginale: il calciomercato ha inghiottito tutto, si parla più dei Criscitiello e Tancredi di turno che senza ritegno vomitano rancore e fanno comunicati verso altri giornalisti che a loro volta, sempre con enorme permalosità, rispondono per le rime.
Il campionato è equilibrato: ma nessuno degli addetti ai lavori (ah come ci mancano novantesimo minuto e la moviola ruspante di Carlo Sassi) dice una cosa molto semplice, e cioè che dove c’è equilibrio è normale che ci siano alternanza nei risultati e fasi di stagione in cui i risultati arrivano con maggiore o minore difficoltà.
Al comando del campionato c’è, ancora, il Napoli di Conte, che fu il primo a scagliarsi contro il protocollo var (tra l’altro difeso in modo debole e poco credibile in una trasmissione su dazn, che meriterebbe un discorso a parte per i suoi contenuti scadenti e costosi), scatenando finanche i commenti infastiditi dei vertici federali: il rallentamento dei partenopei (i due pari consecutivi contro Roma e Udinese con molti rimpianti vengono raccontati come un ineluttabile scisma) ha favorito il riavvicinarsi dell’Inter e dell’Atalanta che, non ce ne vogliano i tifosi delle due nerazzurre, hanno due allenatori insopportabili, continuamente davanti alle telecamere a lamentarsi di impegni, infortuni e, ovviamente, arbitri, salvo presentarsi tronfi e a petto in fuori quando vincono.
Come scrivemmo tempo fa, il timore è che, come già accaduto in passato, siano loro, arbitri e var, a definire le classifiche, passando da semplici gestori del calcio a protagonisti non richiesti.
L’uno a uno maturato domenica sera a Fuorigrotta ha, di certo, messo in chiaro i limiti strutturali di una squadra, il Napoli, cha ha comunque centrato due pari (ripetiamo, con rammarico) in due partite giocate abbastanza male, come se anche questo non fosse un segno di forza.
Senza dimenticare che i partenopei hanno affrontato queste due gare (e molte delle precedenti) senza il miglior difensore, forse, del campionato e senza due terzini titolari.
Nessuno ha detto nulla, nemmeno Conte che continua ad andare per la sua strada con gli uomini che ha.
Ma, indovinate un po’, per l’Italia intera, chi sono i lamentosi e i permalosi?
Buon campionato a tutti e speriamo che quello che tante volte abbiamo scritto, e cioè che per vincere un campionato lo si debba fare con almeno 15 punti di vantaggio, non sia davvero una regola non scritta!!!