Il Canada è un paese perfetto, oppure è apparso a me perfetto, turista dagli occhi europei che fanno fatica in terra natìa a veder funzionare una metropolitana o riconoscere un diritto primario. Prima di intraprendere questo viaggio di quattro tappe attraverso questo freddo paese sapevo che mi sarei sentito a mio agio. In Canada le minoranze, le diverse etnie sono integrate e tutelate. Certo ci saranno “luoghi oscuri” anche lì, ma credo sia il miglior posto in cui vivere. I gay e le minoranze sono rispettate, le droghe leggere sono legali e vige un forte senso di inclusività, per esempio: le gioiellerie utilizzano anche modelle con la sindrome di down per pubblicizzare i loro prodotti.
Questo viaggio in quattro “puntate” che toccherà Vancouver, Montreal, Toronto e Niagara Falls City è un piccolo vademecum per viaggiatori curiosi, con un occhio alla scena LGBTQA+
Prima tappa: Vancouver (la città gioiellino del Canada)
La differenza sostanziale l’ho riscontrata già all’ arrivo all’ aeroporto di Vancouver, dopo undici ore di volo da Napoli con un piccolo scalo a Parigi. Il controllo passaporti si faceva direttamente ai computer senza file infinite, quindi è stato molto pratico e veloce. Potevi scegliere la lingua preferita e procedere. In pochi minuti eravamo fuori l’aeroporto a chiamare un UBER.
Primo mito da sfatare: il Canada non è un paese economicamente caro per noi italiani, il cambio valuta è favorevole, però preferiscono che paghi sempre con carta e quasi mai con i contanti.
Io alloggiavo a Burnaby un po’ fuori Vancouver, ma lo skytrain collegava il mio hotel al centro città in poche fermate. Biglietto giornaliero: 11 dollari canadesi (circa 7,25 euro) e comunque per spendere poco bastava andare in uno dei negozi della catena dollarama, dove tutto lo paghi solo un dollaro. Come in America dovete aggiungere le tasse al prezzo indicato all’ atto del pagamento, però a differenza degli americani non insistono ad avere le tips.
Vancouver è una città molto piccola ed estremamente pulita. A Gastown (downtown) potrete ammirare uno dei pochi orologi a vapore funzionanti, creato nel 1977 da Raymond Saunders, l’orologio si trova nella zona tra Cambie Street e Water Street. Esso emette un fischio ogni 15 minuti facendo fuoriuscire del vapore.
Intorno alla zona tantissimi negozi in cui fare shopping, i prezzi ripeto sono accessibili soprattutto per le grandi marche. Vancouver è popolata dagli asiatici e dagli indiani, credo siano la maggioranza della popolazione e i negozi di peluche e oggetti “kawai” nipponici sono numerosissimi.
Ovunque -e parlo in tutto il Canada- svetta al fianco della loro bandiera nazionale quella rainbow, nei negozi, negli uffici, in banca e negli hotel. Qui il popolo LGBTQA+ è tutelato e parte integrante e rispettata della comunità.
Le attrazioni principali sono: il Parco del Capilano con il divertentissimo ponte sospeso lungo 137 metri e a 70 metri sopra il fiume, il Canada place, lo Stanley Park, un bel polmone verde in città, ma qui comunque il verde è ovunque. Mi sarebbe piaciuto assistere ad un incontro di Hockey ma non è stato possibile, gli incontri si svolgono solo in inverno e lo stadio era chiuso.
Vancouver non è una metropoli, è una piccola città che ricorda un po’ la provincia americana (abitata da asiatici), la gente mangia nei fastfood o sui tavolini per strada ed è rilassata.
Davie Village la gay street del luogo, è una parte colorata del centro di Vancouver, a pochi passi o a breve distanza da tutti i principali hotel del centro. Le favolose spiagge sabbiose di Vancouver, i bellissimi parchi e gli spettacolari paesaggi naturali sono anche a pochi passi di distanza, rendendo Davie Village molto appetibile.
Considerato da molti come il cuore della comunità gay di Vancouver, questo vivace quartiere offre una vasta gamma di ristoranti, negozi specializzati, librerie e altro ancora.
Jim Deva Plaza è un memoriale vivente per il defunto Jim Deva, uno dei più noti pionieri e eroi gay di Vancouver, situato a solo mezzo isolato dal suo amato Little Sister’s Book & Art Emporium. Un colorato angolo speciale per gli oratori è anche un tributo a Jim.
I diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) in Canada sono tra i più avanzati nel mondo. Alle coppie omosessuali hanno cominciato ad esser concesse unioni civili simili a quelle relative alle coppie eterosessuali già tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI secolo, mentre il matrimonio tra persone dello stesso sesso viene legalizzato nei vari dipartimenti tra il 2003 e il 2005, facendo così della nazione il primo paese americano e il quarto al mondo a concedere questa possibilità ai propri cittadini.
L’adozione da parte di coppie dello stesso sesso è stata ammessa a livello giuridico in tutto il Canada, ma secondo regole specifiche che possono variare nelle diverse province e territori.
Le persone transessuali sono autorizzate a cambiare legalmente il proprio genere in tutte le province e territori secondo regole diverse.
Il Canada è stato spesso indicato come esser uno dei paesi più gay friendly dell’intero pianeta (se non il più gay friendly in assoluto) con le sue più grandi città (Toronto, Montréal, Vancouver e Ottawa) che hanno istituito veri e propri gay village e sono state elette tra i luoghi del mondo più amichevoli nei confronti delle persone LGBT
Per fornire supporto agli alunni LGBT, diverse associazioni studentesche hanno creato gruppi appositi molto spesso col sostegno delle stesse associazioni degli insegnanti
Tra il 2002 e il 2005 i tribunali sparsi i diverse province e territori hanno stabilito che limitare il matrimonio a coppie di sesso opposto costituisce una forma di discriminazione vietata dalla “Carta dei diritti e delle libertà”: la giurisdizione canadese è divenuta così una delle prime al mondo, dopo Paesi Bassi e Belgio, ad aprire in toto le unioni tra persone dello stesso sesso e permetterne subito dopo anche il vero e proprio matrimonio. (WIKIPEDIA)