Sono settimane che siamo travolti da una comunicazione costante e trasversale sul caso Garlasco.
Sembrava un caso ormai chiuso con il colpevole in carcere quasi alla fine della sua pena e invece ci sono elementi che si rincorrono in questi giorni per rimettere tutto in discussione, con un nuovo nome sul registro degli indagati, Andrea Sempio accusato di concorso in omicidio, insomma non più solo un sospetto.
Il nuovo team di magistrati ed esperti stanno scandagliando le vite degli amici di Marco Poggi, i loro movimenti, la famosa impronta digitale 33 lasciata sul muro della cantina di casa Poggi compatibile con quella di Sempio la cui vita pare sia stata sotto la lente di ingrandimento della magistratura a sua insaputa per molto tempo.
La spazzatura è stata presa di mira dagli inquirenti che hanno raccolto fogli con dichiarazioni e preoccupazioni dell’ indagato che rimandano all’omicidio di Chiara.
E la storia si tinge ancor più di giallo perché anche se non si comprende il movente tanti sono gli alibi in discussione con un approfondimento dei movimenti tramite le celle dei cellulari con tutti i limiti della tecnologia dell’epoca.
E poi i reperti di prova, molti dei quali scomparsi o andati distrutti alla sentenza definitiva di condanna di Stasi, un giallo nel giallo perché se così fosse la prova regina del dna non si potrebbe più ripetere.
Questa la cronaca, la cronaca di un delitto che potrebbe a distanza di anni rivelare e consegnare alla storia una verità diversa.
Tutti i protagonisti di questa nuova vicenda giudiziaria sono onnipresenti in tivù con le loro caratteristiche e le loro posizioni: ritroviamo gli avvocati delle parti, ciascun con la sua oratoria e le sue linee difensive.
Ma ciò che sconvolge è il processo mediatico che ne è nato…un fenomeno di proporzioni enormi dove in ogni ora del giorno c’è spazio per parlarne.
L’avvocato di Stasi riesce a essere in ogni dove col suo completo blu e la sua verve retorica cerca di mantenere sempre un garbo e un savoir faire con un non dire che però è un tutto dire.
Gli avvocati di Sempio si presentano duali…uno storico avvocato del foro di Vigevano che partendo da un suo sogno sta tessendo la trama della pista della posizione scomoda della povera Chiara Poggi e di un sicario con la missione di eliminarla; e la giovane amica di Sempio, della stessa compagnia di una volta, la stessa che si ritrova sotto inchiesta che con il suo look – da qualcuno criticato perché poco professionale – porta avanti una difesa molto anacronistica dell’ indagato.
Intorno alla storia tanti comprimari, primo fra tutte le sorelle Cappa le cui intercettazioni sono finite nel fascicolo del magistrato inquirente, gli amici di Sempio, la sua comitiva, i suoi genitori, il presunto vicino in anonimato che rivela l’esistenza di armi nel canaletto di paese dove in effetti qualcosa è stato rinvenuto , gli amici degli amici, un presunto amante di Chiara definito il piccione…e chi più ne ha più ne metta .
E poi ci sono i genitori di Chiara che questa volta non hanno più scelto il silenzio, si sono avvicinati con la loro calma e il loro incredibile contegno alle telecamere a rappresentare quanto sia indecoroso tutto ciò che sta avvenendo, le parole, le accuse, l’oltraggio alla memoria di Chiara.
Una cosa è il dovere di cronaca, obbligatorio e fondamentale, altra cosa è l’assalto impietoso alla ricerca dello scoop perfetto …quasi che nessuna vittima meriti di avere voce e di pretendere rispetto doveroso della propria dignità, ancor più quando di spazio e tempo – per rivendicarlo – non ne ha più .