Il castello del Carmine è uno dei più giovani del capoluogo partenopeo. Eretto nel 1382 da Carlo di Durazzo, il castello fu quasi immediatamente il centro delle ostilità tra Luigi II d’Angiò e Ladislao di Durazzo. Successivamente, durante l’assedio di Alfonso d’Aragona, il castello del Carmine fu una roccaforte angioina. Rispetto agli altri castelli che si trovano nella città di Napoli, è caratterizzato da uno stile più sobrio anche perché fin da subito è stato utilizzato a scopo militare. Il castello del Carmine fu il protagonista della rivolta di Masaniello. Durante il biennio 1647-1648 la struttura divenne la dimora del capopopolo Gennaro Arnese. 14 anni dopo, il castello venne sottoposto a numerosi cambiamenti per volere del Viceré Conte di Penaranda, Egli volle dare al castello un nuovo stile interno, rivalutando gli arredi e le stanze della struttura allo scopo di ospitare i mercenari e i capitani di ventura. I lavori vennero affidati a Bonaventura Presti e agli ingegneri Francesco Antonio Picchiatti e Donato Antonio Cafaro. Tra gli eventi più celebri che si sono svolti in questa sede si ricordano: la proclamazione della Serenissima Real Repubblica Napoletana che, però, durò solo alcuni giorni; la La congiura di Macchia (che prende il nome da Gaetano Gambacorta principe di Macchia ) che fu una cospirazione con cui nel 1701 la nobiltà napoletana tentò senza successo di rovesciare il governo vicereale spagnolo, durante la crisi successoria che si verificò in seguito alla morte di Carlo II di Spagna che determinò l’estinzione del ramo spagnolo degli Asburgo verificatasi nel 1701 che anticipò l’arrivo degli Austriaci; l’occupazione delle truppe francesi di Championnet e il vano tentativo di resistenza del contingente borbonico di stanzia ai Mille di Garibaldi.
Infine nel 1906 il castello venne demolito per migliorare l’ultimo tratto del corso Garibaldi. Al suo posto sorse la caserma Giacomo Sani in stile neo rinascimentale, adibita a panificio militare e che sarà tagliata della parte meridionale alla fine degli anni settanta per il nuovo tracciato di via Marina.
Oggi il castello funge da spartitraffico e della struttura possiamo vedere una parte di cinta muraria e due torri. Il tutto versa uno stato di impietoso degrado.