Tante volte abbiamo parlato di conigli e di “nuova cultura”, e sembra assurdo che nel 2021 ci troviamo a dover ribadire, nonostante le petizioni e le giornate dedicate, determinati concetti, eppure Fabio Marcone, il Presidente dell’associazione di volontariato “Made in Bunny” ci aiuta a far chiarezza, queste le sue parole:
<<Che cosa significa PER LA LEGGE ITALIANA animale da compagnia? Non significa essere senziente (infatti gli animali sono nel nostro ordinamento equiparati a cose mobili ex art. 812 c.c.), ma significa “comunque” soggetto avente diritti.
E’ dietro alla parola “comunque” che ruota il meccanismo dell’interpretazione, meccanismo che in Italia prevede il confronto tra leggi e giurisprudenza applicata, nel quale delle sentenze orientano e chiariscono il dettato normativo.
Girano in questi giorni le notizie circa un cambiamento epocale (per i conigli) sul regolamento del comune di Verona: questo introduce una regolamentazione sulle colonie urbane di conigli. Sappiamo bene che passo importante rappresenti, data la nostra gestione della colonia nel Comune di Forlì (in questo noi siamo la giurisprudenza applicata), ma è un piccolo passo verso il traguardo, e non “la soluzione”.
Questa nostra non vuole essere una critica, poiché noi stessi in questo post di quasi due anni fa (https://www.facebook.com/madeinbunny/posts/2632672110292482) abbiamo messo a disposizione di tutti una bozza di regolamento comunale da proporre ai comuni, che periodicamente revisioniamo e miglioriamo sulla base delle nostre esperienze e dei buchi normativi che ci troviamo ad affrontare nel corso della nostra attività, ed abbiamo suggerito di provarci. Siamo anzi felici che alcuni passaggi coincidano col nostro, e con altri regolamenti già in vigore, e tanto di cappello alle associazioni che lo hanno presentato e fatto promuovere.
Vogliamo semplicemente riportare delle nostre considerazioni tecniche, dal punto di vista della interpretazione del suddetto regolamento per le varie situazioni che continuamente vengono segnalate alle associazioni che si occupano di conigli.
Intanto c’è un grosso dilemma in origine, dovuto al fatto che il coniglio (come le galline o le tartarughe per esempio) non sono “ex lege” considerati PET, con le tutele che ne conseguono. Per la legge attuale SOLO CANI, GATTI E FURETTI LO SONO. Gatti, cani e furetti godono di molte garanzie (almeno sulla carta) ma i conigli non ne hanno. Si potrebbe disquisire per ore a riguardo della detenzione di un coniglio, ma basta farsi un giro in un parco pubblico o presso qualche zona rurale per rendersi conto che questo animale ha ben poca tutela. Che i conigli detenuti a scopo alimentare siano una specie diversa dal coniglietto di casa?
Nel 2017 abbiamo lanciato una petizione, chiamata “Anche io so farti compagnia” con la collaborazione di veterinari esperti in conigli e del nostro staff tecnico, per cercare di presentare una proposta di legge che POSSA essere recepita. Un progresso, un passo importante per una nazione che è di fatto il terzo produttore di carne cunicola in Europa, nonostante nel nostro paese i consumi di coniglio si siano dimezzati negli ultimi 25 anni, anche per via del numero sempre maggiore di persone che li prende in considerazione come animali d’affezione.
Non è una scelta fatta tanto per fare, per avere visibilità…. La modifica della legge quadro in tema di animali d’affezione, è l’unica via per far riconoscere ufficialmente il coniglio come PET.
E’ stata già presentata una petizione chiamata “coraggio coniglio”, da LAV ed Animal Equality, dove tutte le associazioni e volontari ed amanti della specie hanno firmato e sostenuto, e lo abbiamo fatto anche noi personalmente ai nostri eventi del 2016, con 68.500 firme raccolte complessivamente: questa petizione, ad oggi presentata, giace in parlamento ma non viene calendarizzata purtroppo. Gli allevamenti in Italia sono circa 20.000 ed il governo tiene più ai posti di lavoro che ai conigli o animali in generale. La chiusura degli allevamenti intensivi di conigli è un passo per cui, purtroppo, l’Italia (e non solo l’Italia) non è ancora pronta.
La nostra petizione propone l’inserimento nel quadro normativo del coniglio da compagnia “NON DPA”, ovvero “non destinato alla produzione alimentare”. Questo non significa che per noi esista differenza tra il coniglio da allevamento e quello da compagnia, né tanto meno che abbiamo proposto una petizione già presentata da altri (questo ci siamo sentiti dire).
Significa invece ottenere la presenza di una legge che preveda, in caso di apposizione del microchip obbligatorio e registrazione nel registro anagrafico predisposto dallo stato, il divieto di mangiare QUEL CONIGLIO (a prescindere che sia nano o xl). Significa avere uno strumento per combattere gli abbandoni, sanzionare, tutelare, toglierli dagli allevamenti e renderli dei soggetti aventi diritti.
Tanto si doveva, solo per chiarire ad alcuni presidenti di associazioni a tutela degli animali (più di una, purtroppo) che con gli enti ci sono tempi lunghi, vanno sudati e conquistati tutti i progressi, non bisogna avere fretta di ottenere, ma fare le cose con cognizione di causa, avendo ben presente il contesto normativo nel quale stiamo operando, e mettendo da parte il proprio ego.
ci auspichiamo collaborazione da parte di associazioni e privati nella raccolta delle firme, e per questo abbiamo reso disponibili i moduli sul nostro sito al seguente link: https://www.madeinbunny.org/anche-io-so-farti-compagnia-ua-125259615-1/come-aiutarci-a-raccogliere-le-firme-ua-125259615-1/ Grazie per l’attenzione >>