Trama: Marzo 2020. Camilla è in stazione a Roma per fare una sorpresa al suo ragazzo Stefano, fotografo di moda, di rientro per lavoro da Milano.Il giovane è scostante nei suoi confronti, poiché ha sintomi influenzali ed è suggestionato per quello che sta accadendo nel lodigiano per l’improvvisa impennata di numeri di contagiati da Covid-19.In seguito al lockdown i due innamorati vivranno sotto lo stesso tetto pur restando separati, dato che uno dei due risulterà positivo al tampone e vivrà la malattia. Quando Camilla inizia ad indagare su chi Stefano abbia incontrato a Milano, si imbatte nella sua ex Elisa che è anch’essa positiva al virus. Un’esplosione di storie, ricordi, attriti e situazioni a tratti esilaranti ma anche drammatiche, renderanno poco noiosa la quarantena dei due trentenni. Un rapporto vero, profondo. Messo in discussione nella sua interezza.
Recensione: Leggere il libro di Ciro Formisano ad un anno dallo scoppio della pandemia e a dieci mesi dalla sua uscita è stato solo un bene. Nella storia c’è tutta l’Italia e gli italiani dello scorso anno e dico dello scorso anno perché, purtroppo, per stanchezza o dimenticanza, gli abitanti del Bel Paese hanno assunto un atteggiamento differente verso il Coronavirus da quello del 2020.
Durante la lettura, avevo le mani sudate, il battito accelerato e le immagini che tutti noi abbiamo visto e, qualcuno vissuto mi scorrevano davanti agli occhi: le prime chiacchiere sulla pandemia, i blocchi, le chiusure, la paura, il silenzio alternato ai canti sul balcone. Eravamo tutti terrorizzati e vogliosi di liberarci quanto prima dal male: mascherine ed igienizzanti mani introvabili o venduti a peso d’oro, uscite limitatissime e solo strettamente necessarie, il tardo pomeriggio ad aspettare le conferenze di Conte. A questo dobbiamo aggiungere immagini strazianti delle bare che accoglievano le spoglie di chi non ce l’aveva fatta; l’esercito che bloccava entrate ed uscite; il Papa sotto una pioggia battente, solo, in una piazza che sembrava troppo grande.
La storia di Camilla e Stefano è un tramite per raccontare ciò che le orecchie hanno ascoltato, gli occhi hanno visto in un periodo che va da marzo a luglio 2020. I protagonisti sono reclusi in casa, si sono trasmessi il virus l’uno con l’altra e durante la malattia affiorano non pochi problemi.
Una storia d’amore che non riguarda solo i protagonisti, ma tutti noi che a distanza di mesi abbiamo dimenticato ciò che abbiamo vissuto, quanto abbiamo sofferto perché pare, che l’estate di mezzo abbia resettato il nostro essere civili, abbia cancellato la nostra prudenza, ma non ha portato via il virus.
La narrazione ci pone anche davanti ad un bel quesito: e se questo virus fosse la risposta della natura contro l’agire dell’umanità? Beh, sicuramente la natura in quel periodo si è riappropriata dei propri spazi, l’aria pulita ed habitat silenziosi hanno portato alla ricomparsa di specie animali che si tenevano a debita distanza dall’uomo.
Si parla anche delle organizzazioni benefiche fai-da-te come la “spesa sospesa” a Napoli, per andare incontro a chi in quel periodo si trovava in condizioni economiche disastrose. Nuove figure di supereroi spazzano via i personaggi Marvel, sono i medici, gli infermieri che con la loro forma di amore più pura sono stati, e lo sono tutt’oggi, i nemici numero uno del Covid.
Una lettura che ci porta a ricordare, abbiamo troppo dimenticato e, ricordare è necessario.
E’ possibile acquistare “Il covid 19 ai tempi dell’amore” in formato kindle o cartaceo su Amazon o
INTERVISTA
Nasci come sceneggiatore, realizzi cortometraggi e documentari, cosa ti ha spinto a diventare scrittore?
Come hai deciso di scrivere della situazione che abbiamo vissuto l’anno scorso?
Il “Covid 19 ai tempi dell’amore” letto a quasi un anno di distanza dai fatti avvenuti riporta a galla le sensazioni terribili che tutti abbiamo vissuto, eppure sono trascorsi pochi mesi e la situazione è cambiata poco. Quanta differenza noti nel modus vivendi delle persone?
Come sono nati Camilla e Stefano, i protagonisti?
Possiamo definirli gli occhi e le orecchie, degli italiani? Perché racconti tramite loro, le loro vicende, ciò che il nostro popolo ha visto, sentito e vissuto lo scorso anno.
Con “L’Esodo” hai riscosso grandissimi consensi, da romanzo a sceneggiatura multi premiata. Ti piacerebbe trarre una sceneggiatura anche da “Il Covid 19 ai tempi dell’amore” ?