Nel corso degli ultimi anni, anche grazie all’immissione in commercio dei nuovi farmaci antivirali per il trattamento dell’infezione da HCV, si è rivolta molta attenzione da parte dei media e del pubblico alle patologie epatiche.
Il fegato è un organo che svolge innumerevoli funzioni che vanno dallo smaltimento di sostanze che potrebbero essere tossiche per la nostra salute, alla sintesi di elementi indispensabili per la nostra vita nonché allo stoccaggio ed eventuale riutilizzo d’innumerevoli molecole. Tale organo però può essere danneggiato da diversi fattori, i più comuni sono sicuramente le malattie virali (epatite B e C) e l’alcol, e sempre in più larga misura si sta diffondendo la steatosi epatica (accumulo patologico di grasso epatico). Quest’ultima condizione è infatti sempre più frequente e si stima che nei prossimi anni sarà la causa più comune di danno epatico, in quanto grazie ai piani di vaccinazione obbligatoria e alle nuove terapie antivirali, il danno da infezione da HCV e HBV andrà costantemente riducendosi.
La statosi epatica (più banalmente definita fegato grasso) è un accumulo anomalo di grassi nelle cellule epatiche. La presenza di grasso nel fegato è una condizione normale e fa parte delle sue funzioni, ma quando l’accumulo di grasso supera il 5-10% del peso del fegato, allora tale condizione potrebbe favorire lo sviluppo di complicanze.
Le cause più comune di accumulo eccessivo di grasso all’interno del fegato sono:
- Abuso di alcol
- Obesità
- Anomalie metaboliche come diabete, sovrappeso e dislipidemia (eccesso di colesterolo e trigliceridi nel sangue)
Escludendo le condizioni associate all’abuso di alcol, che sono facilmente risolvibili sospendendo l’assunzione di bevande alcoliche, possiamo distinguere due tipi condizioni particolari di fegato grasso
- NAFLD (Non-Alcoholic Fatty Liver Disease): stetaosi epatica non-alcolica
- NASH (Non-Alcoholic SteatoHepatitis): steatoepatite non-alcolica
Le sopra citate condizioni presentano una differenza importante, infatti con il termine NAFLD definiamo un accumulo di grasso epatico senza evidenti segni di infiammazione. La seconda condizione, la NASH, è invece caratterizzata da infiammazione con attivazione della fibrogenesi, e quindi possibile conseguente evoluzione a stati patologici come la cirrosi epatica.
In Italia circa il 25% della popolazione compresa tra i 18 e i 65 anni presenta una NAFLD e di questi circa il 30% evolve in NASH.
La steatosi epatica, inoltre, non è solo un pericolo diretto al nostro fegato, ma si è visto che è associato ad un aumentato rischio di sviluppare eventi cardio-vascolari (infarto del miocardio/ictus cerebrale) ad una maggiore possibilità di sviluppo di diabete, ma anche una maggiore probabilità di sviluppo di tumore indipendentemente dallo stato di danno epatico.
La diagnosi di steatosi epatica si basa su:
- esami di laboratorio: non solo la ricerca di un’alterazione delle transaminasi, ma vanno integrate con indagini per la valutazione della funzionalità epatica, e di eventuali cause eziologiche di questo anomalo accumulo.
- Esami strumentali: dalla più semplice ecografia che permette di rilevare un fegato più brillante (segno di accumulo di grasso) ad esami più complessi come TAC o RMN addome che permettono una migliore stadiazione della patologia. Più di recente esistono indagini strumentali più approfondite come il Fibroscan/C.A.P, il quale permette di quantificare in modo accurato il danno epatico e l’accumulo di grasso
- La biopsia epatica: metodica sicuramente meno utilizzata rispetto alle precedenti, per la maggiore invasività. Infatti consiste nel prelevare un pezzettino di fegato con un ago dedicato. Rimane comunque lo strumento più dettagliato per vedere lo stato di infiammazione del fegato e per eseguire una corretta diagnosi di NASH.
Attualmente non esiste un trattamento farmacologico specifico. Le linee guida nazionali ed internazionali, consigliano in primo luogo una corretta alimentazione ed esercizio fisico, che sono le uniche condizioni associate ad un miglioramento dell’accumulo di grasso epatico. Sono in sperimentazione e valutazione diversi protocolli farmacologici ed è possibile che nel prossimo futuro vengano commercializzati farmaci utili nel prevenire le complicanze della steatosi epatica. Ovviamente il trattamento farmacologico va sempre associato ad una buona condotta alimentare ed esercizio fisico.
L’accumulo di grasso epatico, ed in particolar modo la NALFD, non può essere considerata una vera e propria patologia, ma deve essere un campanello di allarme che ci spinga a migliorare le nostre abitudini di vita quotidiane per evitare conseguenze pericolose per la nostra salute.