C’è un tipo di orrore che si insinua nei luoghi più sacri, quelli in cui la fiducia è depositata ciecamente: gli ospedali. E c’è un nome legato a questo tipo di orrore, un nome che evoca l’immagine di un infermiere con gli occhi di un assassino: Arnfinn Nesset.
La sua storia è un labirinto di menzogne, di vite spezzate, di un’ombra oscura che aleggiava su reparti interi. Un uomo che, sotto la bianca divisa da infermiere, nascondeva un cuore nero come la pece. Un enigma che ha tenuto gli investigatori norvegesi con il fiato sospeso per anni, un enigma che, svelato, ha rivelato un volto inquietante, quello di un serial killer che aveva fatto del veleno la sua arma preferita e dei pazienti i suoi bersagli.
Dalla stima all’incubo
All’apparenza, Arnfinn Nesset era tutto ciò che un infermiere dovrebbe essere: premuroso, dedito al suo lavoro, apprezzato dai colleghi e dai pazienti. Un volto rassicurante, una presenza costante nei reparti. Ma dietro questa facciata angelica si celava un abisso di perversione, un oscuro desiderio di potere sulla vita e sulla morte.
La sua carriera lo portò a lavorare in diversi ospedali norvegesi, lasciando dietro di sé una scia di morti sospette. Pazienti anziani, malati terminali, tutti potevano diventare le sue vittime. Nesset era un maestro dell’avvelenamento, un artista del crimine che sceglieva con cura le sue tossine, le dosi, il momento giusto per colpire.
Il meccanismo della morte
I suoi omicidi erano studiati nei minimi dettagli. Somministrava veleno nei pasti, nelle flebo, nelle iniezioni. Sceglieva vittime deboli, malate, quelle che sarebbero morte comunque, secondo lui. In questo modo, poteva far passare i suoi delitti come incidenti, come complicazioni dovute alle malattie dei pazienti.
Ma la sua opera non passò inosservata. Le morti sospette si moltiplicavano, e i colleghi cominciarono a insospettirsi. Le indagini, però, erano difficili. Non c’erano prove schiaccianti, solo una serie di coincidenze inquietanti. Nesset era un maestro dell’inganno, un camaleonte che cambiava reparto quando si sentiva braccato.
La caduta dell’angelo della morte
Ci vollero anni di indagini, di confronti tra cartelle cliniche, di testimonianze di colleghi e familiari delle vittime, per incastrare Nesset. Quando finalmente le prove furono sufficienti, l’infermiere venne arrestato e processato. Durante il processo, emerse un quadro agghiacciante: un uomo senza scrupoli, che aveva ucciso per il puro piacere di farlo, un infermiere che aveva tradito il giuramento di assistere i malati.
Nesset fu condannato a 21 anni di carcere, la pena massima prevista dalla legge norvegese all’epoca. La sua storia, però, continua a far discutere. Quanti altri omicidi ha commesso? Quante altre vite ha spezzato? Queste domande restano senza risposta.
La storia di Arnfinn Nesset è un monito. Ci ricorda che il male può nascondersi ovunque, anche nei luoghi più inaspettati, sotto le vesti di un professionista stimato. Ci invita a non abbassare mai la guardia, a diffidare di chiunque, anche di coloro che indossano un camice bianco. E ci insegna che la verità, prima o poi, viene sempre a galla. Ma a che prezzo?
Nesset è l’incarnazione dell’Angelo della Morte norvegese, un personaggio che ci fa riflettere sulla fragilità della vita, sulla perversione dell’animo umano e sulla necessità di una giustizia che sia in grado di punire i colpevoli e di dare conforto alle vittime.
La storia di Nesset è un capitolo ancora aperto. Nuovi dettagli potrebbero emergere, nuove vittime potrebbero essere identificate. Ma una cosa è certa: il suo nome resterà per sempre legato a uno dei casi di omicidio di massa più inquietanti della storia norvegese.
Il numero esatto delle vittime: Nesset confessò di aver ucciso 138 persone, ma fu condannato per 22 omicidi. Il numero esatto delle sue vittime rimane incerto.
Il movente: I motivi che spinsero Nesset a commettere questi orribili crimini non sono del tutto chiari. Alcuni esperti ipotizzano un disturbo della personalità, altri un semplice piacere nel far del male.
Le conseguenze: Il caso Nesset ha scosso profondamente la Norvegia e ha portato a una riforma del sistema sanitario.