Brian Acton, uno dei fondatori di WhatsApp, si racconta in una lunga intervista alla rivista Forbes facendo mea culpa. Un anno fa ha lasciato WhatsApp per dedicarsi ad una fondazione no prof, successivamente ha appoggiato il movimento #deletefacebook, nato dopo lo scandalo Cambridge Analityca.
Acton spiega che si è sentito tradito due volte dalla società di Mark Zuckerberg che ha acquisito WhatsApp nel 2014 per 22 miliardi di dollari. La prima, quando ha ingannato l’Ue; quando il passaggio dei dati tra WhatsApp e Facebook è servito solo ad incrociare i dati degli utenti per mirare le pubblicità. La seconda quando Facebook ha iniziato a “esplorare” la possibilità di annunci pubblicitari anche per WhatsApp senza il consenso dei fondatori.
Acton ha dichiarato: “Sono un venduto, lo riconosco” . Ma Tra gli ex manager ‘pentiti’ di Facebook spiccano anche nomi del calibro di anche Sean Parker e Chamath Palihapitiya, che hanno pubblicamente attaccato la società.
David Marcus, manager di Facebook ha risposto: “Credo che attaccare le persone e la compagnia che ti hanno reso miliardario e che ti hanno protetto per anni, sia un colpo basso”
Sempre in tema privacy, il sito Gizmodo ha spiegato che Facebook avrebbe usato i contatti che un utente ha sulla sua rubrica del telefono per inviare messaggi pubblicitari mirati. Secondo il sito, è stato possibile nel caso l’utente abbia condiviso con la piattaforma il suo numero di telefono per un’ulteriore procedura di sicurezza denominata “doppia autenticazione” o quando ha consentito al social di entrare nella propria rubrica per suggerire nuovi amici. Un funzionario di Facebook ha risposto confermando i dubbi di Gizmondo “Usiamo le informazioni che le persone offrono per assicurare una migliore e più personalizzata esperienza, inclusa la pubblicità”