Trama: Calabria, 1940. Marta e Michele sono innamorati. La notte prima che lui parta per la guerra i due fanno l’amore. Ma Michele non torna dal fronte e Marta, rimasta incinta, dà alla luce il piccolo Michelangelo. Se durante la guerra una ragazza madre non dava scandalo, una volta tornata la pace la sua condizione in paese diventa scomoda. È così che il padre, per salvare l’onore della famiglia, la promette in sposa a Gino, un uomo che non ama, vedovo con due figli. Durante i preparativi al grande giorno, Marta è costretta ad avere a che fare con Lorenzo, l’assistente del parroco, noto in paese come «l’uomo dei matrimoni», per il suo gusto raffinato messo al servizio delle giovani spose, ma guardato di sottecchi per i suoi modi effemminati. Nonostante le iniziali reticenze, tra i due nasce ben presto una profonda amicizia e Marta conosce un mondo fatto di persone emarginate e anticonvenzionali, ma autentiche. Sognare un futuro diverso, in cui possa sentirsi emancipata e padrona della propria femminilità, è possibile. E Lorenzo, che la aiuterà a frequentare di nascosto un corso di dattilografia, è forse l’unico in grado di capirla. In quell’angolo remoto di mondo dove la cultura patriarcale domina senza eccezioni, i due saranno costretti a difendersi in ogni modo dall’ipocrisia e dai pregiudizi.
Sperling & Kupfer
Recensione: Una toccante storia di emancipazione femminile ambientata in un paese sperduto della Calabria rurale del dopoguerra, Folano. Una storia che può essere stata la storia di tante ragazze, una condizione in cui si versava fino a poco tempo fa, ed in alcuni angoli d’Italia ancora oggi. Una situazione di emarginazione perché si è donna e quindi, si deve sottostare prima ad una famiglia patriarcale e poi ad un marito che il più delle volte viene imposto. L’essere donna portava a stare rintanate in casa, essere emarginate da una normale vita sociale e guardare con occhi sognanti chi, sebbene di sesso femminile, svolge un’esistenza senza sigilli, tra lavoro, politica e tanto altro.
Anche Lorenzo è un reietto perché omosessuale e sconta le sue pene aiutando il parroco del paese.
Il libro offre un’ approfondita riflessione sulla condizione femminile, ponendo il focus sulla ricerca dell’identità, ma anche sulla lotta contro i pregiudizi e il desiderio di libertà. La scrittura è diretta, ha la capacità di trasportare il lettore nell’atmosfera dell’epoca e a far emergere le emozioni dei personaggi in modo vivido. I dialoghi sono quasi interamente in dialetto calabrese, per me non è stato un grande ostacolo, ma capisco che può essere ostico.
“Il mio posto è qui” è un’opera intensa e commovente che narra una storia di coraggio e determinazione, anzi due.
Il romanzo è stato adattato in un film diretto dalla stessa Daniela Porto insieme a Cristiano Bortone, con Ludovica Martino nel ruolo di Marta e Marco Leonardi in quello di Lorenzo. Il film ha ricevuto riconoscimenti al Bari International Film Festival 2024, tra cui il premio per la miglior regia e la miglior attrice.
Daniela Porto si laurea nel 2003 in Discipline Arti Musica e Spettacolo all’Università di Roma. Dal 2005 collabora con la Orisa Produzioni come responsabile editoriale e di produzione. Il mio posto è qui è il suo primo romanzo, da cui è tratto il film co-diretto dall’autrice insieme a Cristiano Bortone, vincitore del Premio David Giovani.