Nelle sale dello Spazio “Martucci”, a pochi passi da piazza “Amedeo” a Napoli, è allestita la mostra “Il mondo di Riccardo Bochicchio”, curata da Simona Pasquali, fino al 13 luglio 2018. E’ una esposizione diversa dalle altre, caratterizzata da un evento tragico, la morte di Riccardo Bochicchio. Diversi artisti, con sensibilità e creatività eterogenee hanno commemorato e ricordato attraverso le loro opere, il mondo, le passioni e l’animo di un giovane scomparso prematuramente. Entrando nelle sale della mostra, si entra nel mondo di Riccardo, un universo tangibile e concreto caratterizzato da opere di notevole valenza, visivamente ed emotivamente impattanti, accomunate dai colori rosso, (passione), dal blu, (vita e dimensione), e dal nero, (violenza e irrazionalità). L’artista Adele Tagliarela rappresenta una delle passioni del giovane napoletano, la musica. Intitolata “Open hearth”, l’opera è caratterizzata da un impianto compositivo formato da una chitarra sezionata, collocata in uno spazio extradimensionale, è una realtà in cui mancano le coordinate spazio-temporali, le forme bianche sullo sfondo, simili a delle nuvole, aumentano questa visione onirica. E’ un “cuore aperto” che rende la passione del giovane napoletano tangibile ed eterna.
Un sottile fil rouge lega l’opera “Dimensione senza tempo”, dell’artista Carmelo Compare, a quella di Adele Tagaliarela, accomunati dalla stessa visione di uno spazio immaginario, con esiti visivi e interpretativi differenti. Se lo strumento musicale, (chitarra), è l’elemento in comune nelle due rappresentazioni, Compare trascina l’osservatore verso una realtà ben definita, caratterizzata da una serie di moduli geometrici in cui si staglia una figura umana. E’ il corpo e la consistenza di Riccardo, è un modo per ribadire che lui è ancora presente. E’ un dipinto che attinge alla gamma cromatica utilizzata da quest’ultimo in tenera età, autore di diversi disegni realizzati nel periodo della adolescenza, il blu, il rosso e il nero. Una composizione figurativa rigida, in cui gli unici elementi organici e irrazionali sono Riccardo e una farfalla, simbolo di libertà e di rinascita.
L’altra opera di Carmelo Compare è la scultura “Prigionieri del tempo e di sé stessi”. Osservando la figura tridimensionale, si potrebbe pensare inizialmente ad un’opera simile a quelle dell’artista Alberto Giacometti. In realtà, Compare plasma la materia e genera delle forme umane che non riescono ad essere libere, prigioniere della vita stessa. La scultura rievoca visivamente l’immagine del robot del film “Metropolis” di Fritz Lang, nella trasposizione cinematografica, il mostro meccanico è composto da sinistri e maestosi ingranaggi che prevalgono sul genere umano, in Compare, invece, emerge la componente irrazionale ed emotiva dell’individuo.
Proseguendo con il percorso espositivo, i dipinti “Mi hai chiamato” e “Rapporti”, di Amedeo Patanè, rievocano visivamente le opere di Mark Rothko, caratterizzati entrambi da un espressionismo astratto. Osservando la prima opera, il blu e il rosso di “bochicchiana” memoria, sono sempre presenti. Sembra di trovarsi di fronte ad un paesaggio onirico, rassicurante e statico, in cui un altro elemento riconducibile a Riccardo è una scia bianca che attraversa la parte centrale della tela, un “segno” tangibile della sua presenza.
Gli artisti Gabriella Gorini e Alberto Bottillo sono presenti in mostra con delle opere che attingono ai disegni geometrici di Riccardo. Il dipinto “Il tempo vola” della Gorini riprende due “girandole” sospese nella notte. La farfalla è l’elemento ricorrente nelle sua creatività, fragile e preziosa, libera di volare verso un luogo indefinito. Alberto Bottillo con l’installazione “Scacco matto” con due pedine, la Regina e il Re “caduto”, riflette sulla caducità della vita.
Un’altra opera di Alberto Bottillo, dal titolo “I am stronger than you”, rappresenta la cellula “maligna” disegnata da Riccardo dopo la sua rimozione, la sua vittoria contro una malattia che lo colpì in gioventù. L’artista realizza un nucleo nella parte centrale del dipinto con una penna digitale. Lentamente la massa tumorale si avvia verso una disgregazione fisica lungo il bordo, è la rottura della cellula e della scomparsa della malattia.
Nell’opera realizzata da Candida Cardito, il nucleo della cellula tumorale è collocata nella parte bassa della composizione, una posizione che indica l’isolamento e la conseguente estinzione della patologia. E’ una tela strappata con violenza, come la giovane vita di Riccardo. La lettera R, iniziale del suo nome, indica la vittoria fisica ed emotiva del giovane sulla malattia.
Le due opere di Mario Citro, “Luci e ombra” e “Tutta la tua vita”, sono incentrate sul tema della vita. E’ di nuovo la lettera R di Riccardo la protagonista indiscussa della rappresentazione nella seconda tela. Il fondo è composto da 47 germogli, il numero degli anni del giovane napoletano, insieme alle spine, ad evidenziare una esistenza non facile. L’opera riprende le forme di un cuscino rosso, colore della passione e del sangue, un guanciale su cui è impossibile riposare, non per la consistenza del materiale, ma per il profondo significato.
Giovanni Ruggiero parte dalla “concretezza delle cose”, dagli oggetti che hanno fatto parte della vita di Riccardo per ricostruire il suo mondo. Nell’opera “Who Stopped Richard’s Train”, l’artista utilizza due immagini, un autoritratto giovanile, in cui i tre colori, rosso, blu e nero compongono una griglia policromatica su cui si staglia il volto di Riccardo, cromìe che racchiudono la sua esistenza, la passione, la vita e la tragica scomparsa. Altro elemento caratteristico è il treno, simbolo della vita che scorre, giocattoli che egli rompeva per analizzarne ogni singolo dettaglio. Al centro dell’opera, il nucleo della cellula maligna, ad evidenziare il paradosso della sua esistenza, una vittoria su una patologia aggressiva e la morte prematura dovuta a cause ancora da accertare.
E’ una percorso “esistenziale” all’interno delle sale dello spazio Martucci che continua con le opere di altri artisti, di Guglielmo De Filippo, Paola Lambitelli, Liz Mimì, Rosario Mazzella, Viviana Pasquali e Giovanni Ariano. Una commemorazione caratterizzata da un certo virtuosismo estetico, con opere che hanno descritto e ricordato la vita di Riccardo in maniera esauriente, con intense emozioni.