Terzo successo consecutivo in campionato per il Napoli, che batte 2-1 in rimonta un’ostica Sampdoria, in vantaggio al termine di un primo tempo molto deludente degli azzurri.
La svolta, come già accaduto in passato, arriva dalla panchina: Gattuso ha rimediato alle scelte sbagliate in avvio gettando nella mischia ad inizio ripresa Lozano e Petagna, autori delle due reti con le quali i partenopei hanno ribaltato l’incontro.
Mattatore assoluto del match il “Chucky”, che come al solito ha dato brio e rapidità ad una squadra ancora troppo ancorata ai ritmi blandi tanto cari alla vecchia guardia: un gol di testa da vero centravanti, un palo clamoroso con un tiro secco dal limite e un cioccolatino per la testa del carrarmato ex Spal, dopo l’ennesima accelerazione bruciante sulla destra.
Sono lontani i tempi in cui il messicano era definito “il nuovo Vargas” ed etichettato come un pacco voluto da Ancelotti: anche i suoi più strenui detrattori sono oggi costretti ad elogiarne le prestazioni.
Del resto, chi lo aveva visto fornire tante prove convincenti con le maglie del PSV e della sua nazionale faceva fatica a comprendere le difficoltà incontrate da Lozano nel primo anno a Napoli.
Non è azzardato ipotizzare che Hirving abbia anche fatto fatica ad inserirsi uno spogliatoio in cui uno dei senatori, quel Josè Callejon che con lui condivideva il ruolo in campo, nonostante molte prestazioni sottotono ha goduto fino a fine campionato di una linea di credito illimitata da parte dei compagni e di Gattuso, per via di tante stagioni disputate ad altissimo livello.
Curioso che oggi in molti attribuiscano al tecnico calabrese i meriti della rinascita di Lozano, alla luce del pochissimo spazio concessogli lo scorso anno anche nei periodi di indubbia forma, delle sostituzioni a cui non viene mai sottratto (a differenza di altri), e del fatto che non venga ancora oggi considerato titolare fisso (a differenza di altri) pur essendo l’attaccante più prolifico della squadra.
Francamente, appare evidente che il “Chucky” debba ringraziare solo sé stesso e la caparbietà con la quale non si è lasciato abbattere da una situazione in cui molti altri avrebbero mollato.
Sarà difficile anche per Gattuso tener fuori Lozano nel big match di stasera (ore 20:45) contro l’Inter di Antonio Conte, nella prima delle due durissime trasferte che gli azzurri dovranno affrontare in quattro giorni (domenica c’è la Lazio all’Olimpico).
I nerazzurri, pur vittoriosi in rimonta a Cagliari nello scorso weekend, stanno ancora smaltendo le scorie della clamorosa eliminazione dalle coppe europee maturata grazie al pareggio interno contro lo Shacktar Donetsk.
L’allenatore pugliese, nervoso e maleducato come non mai a fine partita, sa di avere gli occhi puntati addosso, e sta provando a compattare lo spogliatoio contro l’ambiente esterno, in puro “stile-Mourinho”.
E’ per questo che l’Inter, pur avendo palesato molte difficoltà fino ad oggi, specie in difesa, è un avversario particolarmente temibile: al di là delle qualità fisiche e tecniche e della profondità dell’organico a disposizione di Conte, i milanesi potrebbero trasformare la tensione di questi giorni in energia positiva da scaricare in campo.
E’ probabile che “Ringhio Star”, costretto ancora a fare a meno di Osimhen, farà tesoro solo in parte delle indicazioni fornite dal match con la Samp, riproponendo gli inamovibili Insigne e Mertens insieme a Zielinski e Lozano in avanti, con Fabiàn e Demme a contendersi un posto in mediana al fianco di Bakayoko.
Il centrocampista andaluso, autore di una prestazione scialba contro i blucerchiati, scalpita per potersi rifare, magari andando a segno come accaduto lo scorso 12 Febbraio nella semifinale di andata di Coppa Italia, quando con una sua perla da fuori area ha firmato l’ultimo successo azzurro al “Meazza”.
Al di là di chi sarà mandato in campo, questa partita servirà a valutare l’esatta dimensione del Napoli di questa stagione, e di conseguenza a misurarne le ambizioni.
Questa squadra ha numeri indiscutibilmente eccellenti: miglior difesa e secondo miglior attacco, alle spalle proprio dell’Inter, e gli stessi punti “sul campo” dei nerazzurri secondi in classifica, con una partita in meno.
E’ anche vero, però, che la squadra di Gattuso ha steccato alcune partite importanti (Milan e Sassuolo in casa oltre alla sconfitta iniziale con l’AZ in Europa League), e non ha convinto pienamente in molte altre occasioni in cui alla fine ha ottenuto il risultato grazie alla qualità dei propri singoli.
Gli azzurri hanno dunque la possibilità, stasera e domenica prossima, di scrollarsi di dosso dubbi e scetticismo, di dimostrare di avere finalmente acquisito una mentalità vincente, e di dare un segnale forte a tutte le squadre di vertice, oltre che a loro stessi.
Una vittoria a San Siro, contro i favoriti allo scudetto, potrebbe rappresentare per il Napoli la svolta definitiva verso un obiettivo, numeri alla mano, nient’affatto irraggiungibile.