Senza storia la gara del Lunedi tra il Torino ed il Napoli: troppa la differenza tra le due squadre per prevedere un esito differente.
Il 2-0 finale non racconta della superiorità mostrata dai partenopei per tutta la gara, di fatto chiusa in meno di un quarto d’ora (come contro la Lazio) con i gol di Bakayoko e Osimhen. La squadra di Gattuso, priva dello squalificato Manolas e dell’acciaccato Fabian, domina fin dal primo minuto e il risultato sarebbe potuto essere severissimo per il Toro, salvato ripetutamente dai legni, da Sirigu e dall’imprecisione degli avanti azzurri.
Come detto è stato un Napoli black power: sono stati, infatti, Bakayoko (con un bellissimo tiro dalla distanza) e Osimhen (in contropiede solitario) a chiudere la gara, consegnando il momentaneo terzo posto alla propria squadra, ora padrona del proprio destino e con un calendario che, rispetto a quello delle più vicine rivali Juventus e Milan (sonoramente sconfitto a Roma sponda Lazio), sembra sorridere.
Come detto la gara è stata a senso unico, con i partenopei capaci di mostrare un gioco che qui non si vedeva da qualche anno, con tutti i calciatori consci del proprio ruolo e finalmente in grado di capire come e dove muoversi. La qualità offensiva del Napoli è enorme e Osimhen migliora partita dopo partita, torturando la difesa granata con scatti e allunghi continui, rendendosi addirittura protagonista di un salvataggio sulla linea in una delle rarissime occasioni create dai padroni di casa.
Oltre ai gol anche due legni (di Insigne e Zielinski), oltre ad almeno otto occasioni nitide per andare in gol: alla fine saranno ben 25 le conclusioni verso la porta del povero Sirigu.
A cinque giornate dalla fine, come detto, ora gli azzurri sono terzi, seppur a pari merito con Milan e Juve. Ma non è solo il calendario a sorridere: anche la condizione psicofisica della squadra, rispetto alle contendenti, lascia ben sperare per il prossimo futuro che sembra in discesa.
Ma guai a distrarsi: agguantata la posizione Champions, ora bisogna stringerla bene tra le mani e non mollarla più, senza tralasciare alcun particolare, finanche la necessità di sfruttare meglio le occasioni (unico vero neo della gara di ieri) e prevalere anche nella differenza reti rispetto alle avversarie, un punto questo che potrebbe aver rilevanza decisiva in una classifica tanto equilibrata.
Un plauso a Gattuso, tanto criticato nei mesi scorsi, che sembra aver trovato, anche grazie al recupero della rosa intera, le soluzioni giuste.
Se addio sarà, come sembra, che sia da vincitore: l’obiettivo Champions era quello dichiarato del resto e raggiungerlo permetterebbe a Rino di uscire a testa alta dalla sua esperienza napoletana.