Psicopatico: difficile trovare un aggettivo più azzeccato per il Napoli di Rino Gattuso, che dopo l’assurda sconfitta interna con lo Spezia e le sofferte vittorie con Udinese ed Empoli, fa un sol boccone della Fiorentina di Prandelli, umiliata con un tennistico 6-0 così come accadde con il Genoa a Settembre.
Gli azzurri sono riusciti a fare poker in altre quattro occasioni (Atalanta, Roma, Crotone e Cagliari), realizzando quindi 28 gol in 6 partite, a fronte di 12 marcature nei restanti 11 match giocati: una fotografia perfetta della discontinuità di rendimento di una squadra che, nonostante 5 sconfitte già subite, dopo il successo di domenica è di nuovo terza a 6 punti dalla piazza d’onore.
Un motivo in più per rammaricarsi dei punti persi soprattutto con Spezia, Torino e Sassuolo, che avrebbero consentito agli azzurri di essere seriamente in lotta per il titolo in una stagione dove la Juventus, dopo il k.o. di San Siro contro l’Inter, sembra ormai rassegnata ad abdicare dopo 9 scudetti consecutivi.
Il fatto che contro i viola il Napoli fosse 2-0 al secondo tiro in porta conferma quanto il problema degli azzurri sia soprattutto mentale: se la partita si indirizza sui binari giusti gli azzurri, mentalmente liberi, esprimono tutto il loro potenziale, se viceversa arriva un episodio contrario (i rigori contro Sassuolo, e Spezia, l’ingiusta sconfitta contro l’Inter) la squadra si scioglie e non riesce a reagire.
Meglio, ad ogni modo, guardare il bicchiere mezzo pieno: Insigne e compagni sono ancora in piena corsa per la Champions, e soprattutto arrivano nelle migliori condizioni fisiche (tutti disponibili, ad eccezione di Osimhen e Fabiàn alle prese con il covid) e psicologiche ad uno degli appuntamenti più importanti della stagione: la finale di Supercoppa Italiana in programma stasera (ore 21) al Mapei Stadium di Reggio Emilia.
Gli azzurri dovranno vedersela, manco a dirlo, contro la Juventus, con cui hanno dovuto quasi sempre incrociare i guantoni per conquistare un trofeo nella storia recente: unica eccezione la finale di Coppa Italia del 2014, in cui la squadra di Rafa Benitez affrontò e sconfisse per 3-1 la Fiorentina.
I bianconeri sono stati gli avversari da battere in tutte e 3 le occasioni in cui il Napoli si è giocato la Supercoppa: l’ultimo precedente risale proprio al 2014, con i partenopei sempre allenati dal tecnico spagnolo.
Il 22 Dicembre si giocò al…caldo di Doha, e la sfida fu incandescente anche in campo: il Napoli seppe rimontare due volte la Juventus trascinata da Tevez, prima durante i 90′ regolamentari e poi a pochi secondi dalla fine dei supplementari, sempre grazie a quello che qualche anno dopo sarebbe diventato il traditore più odiato: Gonzalo Higuain.

A regalare il trofeo agli azzurri fu però il portiere Rafael, talento penalizzato da un grave infortunio e perennemente discusso, che nella lotteria dei calci di rigore si erse a protagonista assoluto, parando il tiro di Chiellini e neutralizzando l’ultimo penalty di Padoin.

Anche la precedente sfida tra Napoli e Juventus si era giocata all’estero, ed anche in quella occasione i 90 minuti regolamentari non furono sufficienti a decretare un vincitore: l’11 Agosto 2012 allo Stadio Nazionale di Pechino, a decidere la sfida, purtroppo, non fu uno dei 22 calciatori, bensì il direttore di gara Mazzoleni.
L’ineffabile arbitro bergamasco prima concesse alla Juve un discutibile rigore che consentì a Vidal di riportare in parità sul 2-2 i bianconeri (di Cavani, Asamoah e Pandev le altre reti), e poi ridusse gli azzurri in 9 uomini, espellendo prima Pandev per una parola (in macedone…) di troppo al guardalinee, e poi Zuniga, che aveva però subito fallo (non fischiato) pochi istanti prima.
I supplementari non ebbero storia: la squadra guidata in campo dall’attuale mister juventino Pirlo si impose per 4-2 grazie all’autogol di Maggio ed alla rete di Vucinic, alzando il trofeo senza avversari ad applaudirla.
De Laurentiis, per protesta, impose infatti alla sua squadra di disertare la premiazione, con un gesto poco sportivo ma assolutamente comprensibile, visto il grave torto subìto.
Il primo trionfo del Napoli in Supercoppa coincise con l’ultimo acuto dell’epopea maradoniana: anche stavolta, incredibilmente, c’era la Juventus ad opporsi agli azzurri freschi Campioni d’Italia, in virtù della vittoria in Coppa Italia contro il Milan.
I bianconeri arrivarono al San Paolo il 1 Settembre 1990 con il nuovo super acquisto, Roberto Baggio, e con la voglia di mettere in pratica il “calcio champagne” predicato dal neo tecnico Maifredi, ma furono gli azzurri ad…ubriacare i rivali.
Finì infatti 5-1 con le doppiette di Careca e di Andrea Silenzi, prelevato dalla Reggiana dove aveva vinto la classifica cannonieri di Serie B; di Crippa e di Baggio su punizione (una delle tante segnate dal “Divin Codino” al San Paolo) le altre reti, in un match dominato in lungo ed in largo dalla squadra di Bigon.
Sembrava l’inizio di un’altra stagione trionfale, fu l’inizio della fine: con Maradona costretto a scappare via prima della conclusione del campionato, gli azzurri intrapresero un declino inesorabile, che li avrebbe condotti prima alla retrocessione e poi al fallimento, fino ai fasti legati alla gestione De Laurentiis.
Anche se questo ciclo targato AdL, che appare ormai avviarsi alla fase conclusiva, non è stato suggellato da uno scudetto che il Napoli avrebbe sicuramente meritato, al patròn azzurro va riconosciuta la capacità di aver riportato il club nell’elite italiana ed europea, arricchendo una bacheca che stasera potrebbe impreziosirsi ulteriormente.
Non c’è da fidarsi, ovviamente, della Juventus dimessa vista a San Siro domenica: in queste occasioni i bianconeri sono sempre il peggior avversario da affrontare, per blasone, qualità degli interpreti ed attitudine al successo.
Di sicuro non mancheranno emozioni, giocate di classe, tensione e polemiche: come sempre del resto, quando a contendersi un trofeo sono Napoli e Juventus.