Già nella partita precedente, contro il Sassuolo, la sensazione di una squadra capace di giocare un calcio bello e dominante, ma solo per una parte della gara, si era avvertita. La superiorità numerica, sopraggiunta ad inizio ripresa, aveva un po’ nascosto le difficoltà incontrate con il procedere della gara.
Anche sabato sera, conto una squadra di caratura certamente superiore come la Lazio, si è verificato lo stesso scenario. La partenza sprint della squadra di Garcia non ha prodotto, tuttavia, i risultati sperati e l’imprecisione sotto porta dei partenopei, a cui vanno aggiunti alcuni interventi salvifici dell’ottimo Provedel, ha reso vano il dominio della prima mezzora.
Il vantaggio della Lazio, propiziato da un colpo di magia di Luis Alberto con Meret tutt’altro che irreprensibile a cui è seguito l’immediato pareggio dei campioni d’Italia con Zielinski, è stato l’episodio che ha cambiato la gara.
I padroni di casa hanno iniziato a calare, un evidente stato di deficit fisico che è diventato drammatico con il passare dei minuti che hanno visto i capitolini imperversare nella metà campo azzurra, realizzando prima il due a uno e poi vedendosi annullati due gol dal Var.
Le sostituzioni di Garcia, ancora una volta tardive e inefficaci, hanno fatto il resto. Il tecnico francese non si è reso conto che la mediana azzurra era in clamorosa difficoltà, con un Anguissa irriconoscibile e un Lobotka che sembra sempre meno leader, e ha ben pensato di aggiungere attaccanti che mai venivano messi nelle giuste condizioni di colpire mentre la difesa azzurra, a quel punto in balia dei laziali, veniva attaccata sempre frontalmente e senza filtri, finendo per rimediare una bruttissima figura.
Una sconfitta alla fine giusta, nonostante i freddi numeri parlino di un dominio azzurro dal punto di vista delle conclusioni.
Altro aspetto da sottolineare è la scarsissima precisione al tiro dei frombolieri azzurri, cui si contrappone la cinica capacità realizzativa degli avversari. Senza addentrarsi in polemiche sterili, si ha sempre l’impressione che Meret, pur senza aver commesso grossi errori, molto raramente riesca nella parata salva risultato, come invece ha mostrato l’estremo opposto.
Nessuna tragedia, sia chiaro, ma la sensazione che ci voglia ancora un po’ per rivedere un squadra sicura di se e capace di chiudere le partite dopo lunghi periodi di dominio è evidente.
Anche la mancata sostituzione di Kim, calciatore capace con la propria prepotenza fisica di coprire ampie zone di campo, sembra un problema che è stato affrontato con leggerezza e l’onesto Juan Jesus, preso due anni fa per essere il quarto centrale, non sembra all’altezza di garantire a lungo termine la giusta solidità.
Dopo la sosta si inizia a fare sul serio: la Champions e il campionato non aspettano i ritardatari e tornare presto alla vittoria è l’unica medicina che è necessaria in questo momento.