Netta, ben oltre lo striminzito 2-0 finale, la vittoria del Napoli contro l’Hellas, spauracchio di inizio stagione e crocevia tra il vecchio Napoli e questo nuovo firmato Conte, che come il suo allenatore ha le stimmate del combattente.
La settimana che aveva preceduto la gara contro gli scaligeri era stata movimentata dalle voci sull’ormai imminente addio di Kvara che, a quanto pare, avrebbe chiesto la cessione per motivi, immaginiamo, prettamente economici e di stimoli. Non è nostra intenzione entrare nell’argomento, se ne saprà di più nei prossimi giorni, fatto sta che il Napoli perde il suo gioiello (invero un po’ opaco nell’ultimo anno) nel bel mezzo della stagione.
Tornando alla gara del Maradona di ieri sera, recuperato Politano ma privo ancora di Buongiorno (ancora ben sostituito da Juan Jesus) e di Olivera (che aveva rimediato un colpo al polpaccio sabato scorso a Firenze, gioca Spinazzola), i partenopei giocano una gara ad alta intensità, con un possesso di palla continuo e alternando controllo della gara e accelerate improvvise.
L’avvio è di quelli importanti e bastano poco più di 5 minuti a Di Lorenzo (con l’involontaria e preziosa collaborazione di Montipò) per portare avanti i suoi dopo un bellissimo scambio stretto con Lukaku.
Il belga sembra avere una condizione fisica accettabile: non ha gli spazi per andare via in percussione, vista la difesa bassissima degli uomini di Zanetti, ma fa egregiamente da sponda per i compagni.
L’intelaiatura azzurra è solida, a centrocampo domina il solito Lobotka, Anguissa e Mc Tominay ai suoi lati sono i corazzieri che, a turno difendono e attaccano. Politano è il solito pendolino inesauribile a destra mentre a sinistra ci pensa Neres a far venire il mal di testa a Faraoni con tante giocate di altissima qualità.
Detto di Anguissa, il camerunense sbaglia un gol facile facile subito dopo il vantaggio firmato dal capitano, successivamente il suo scozzese compagno di reparto lo imita calciando alto l’ennesimo invito di Neres.
L’Hellas si difende e prova a controbattere, ma senza impensierire mai seriamente Meret, coadiuvato egregiamente da Rrahmani nei pochi momenti di imbarazzo vissuti.
La ripresa inizia con i padroni di casa alla ricerca del gol della tranquillità: Montipò è salvifico su Mc Tominay, poi due volte Rrahmani va vicino al gol di testa; il gol è nell’aria e lo realizza Anguissa, con una sassata di sinistro che non lascia scampo all’estremo gialloblu.
La gara, di fatto, finisce qui: gli ospiti non hanno la forza nè la qualità per rientrare in partita, i cambi non modificano più di tanto l’andamento della gara.
L’unica emozione è una splendida conclusione di Ngonge (subentrato a Politano) che sfiora l’eurogol.
Una vittoria che consente al Napoli di allungare ulteriormente in ottica qualificazione Champions e di restare ben saldo nel trenino scudetto con Inter (vincente a Venezia) e Atalanta (fermata a Udine sul pari) e prossima avversaria del Napoli in un incrocio che potrebbe dire molto sul futuro in campionato di entrambe le compagini.