Chi si aspettava una riposta dopo i tre pareggi consecutivi conseguiti a febbraio non ha avuto quello che si aspettava: o forse si!
A Como il Napoli perde la partita e anche la testa del campionato dopo una prestazione decisamente buona nel primo tempo ma opaca e poco coraggiosa nella ripresa.
Conte continua con il 3-5-2 e lancia dal primo minuto il gigante Billing. Torneremo dopo sul giocatore danese e sul suo mancato utilizzo fino ad ora.
La grottesca autorete di Rrahmani, suo malgrado consegnatosi agli sberleffi eterni del web, è stato un regalo ai lariani che, tuttavia, non ne hanno approfittato, arrancando al cospetto della (ex) capolista che pareggia con Raspadori e comanda per tutta la prima frazione, pur tuttavia senza trovare il colpo del vantaggio.
Nel secondo tempo esce dallo spogliatoio una squadra molle, improvvisamente in balia dei giovanotti di Fabregas che, nonostante tutto, non tirano mai in porta, tranne in una occasione con Diao che, sfruttando la giornata frastornata di Rrahmani, segna il due a uno definitivo, poco dopo un miracolo dell’estremo di casa su Mc Tominay.
Dicevamo di Billing e ne approfittiamo per muovere delle critiche al mister azzurro che, speriamo di non essere scomunicati, non ne ha indovinata una in terra lombarda e, a quanto pare, nemmeno nelle gare precedenti.
Perchè il colosso Billing, dotato di tecnica e di 194 cm a servizio della squadra, non è mai stato utilizzato prima, soprattutto visto il calo fisico di Anguissa?
Se si lamenta tanto delle assenze e delle mancate alternative, che fine ha fatto Gilmor (da lui espressamente richiesto) che ha giocato 20 minuti nelle ultime 12 gare, con Lobotka anche lui in chiaro debito di ossigeno?
La presenza in campo di Lukaku (inutile e irritante), Billing e Mc Tominay, tutti abbondantemente oltre il metro e novanta, non poteva prevedere un piano gara con tanti cross, specie contro una difesa non molto strutturata fisicamente?
Il calo mentale di cui parla poi…chi è il responsabile tecnico?
Purtroppo i giornalisti non pongono le giuste domande, quasi in soggezione al cospetto dell’allenatore salentino che, si, sta facendo cose mirabolanti con una squadra inferiore sia all’Inter che all’Atalanta, ma che non può sempre nascondersi dietro il decimo posto dell’anno scorso, senza contare che Lukaku lo ha voluto lui e che vanno bene le statistiche circa le sue partecipazioni ai gol, ma la verità è che il gigante belga, per colpe non solo sue, non la becca quasi mai.
Non è finita e siamo sicuri che il Napoli tornerà a lottare come un mese fa, ma che si faccia chiarezza sugli obiettivi non solo espressi ma soprattutto su quelli reali.