Ci è voluto il Collegio di Garanzia del CONI per allietare la settimana dei tifosi del Napoli, rabbuiati dal doppio K.O. subito sull’asse Roma-Milano: ieri sera il terzo grado di giudizio dell’ordinamento sportivo ha finalmente fatto giustizia, mettendo per iscritto quanto era sembrato a tutti ovvio meno che ad Agnelli, Mastrandrea e Sandulli.
Gli azzurri non potevano violare una precisa disposizione di un’autorità pubblica, la ASL, che aveva espressamente vietato loro di viaggiare per giocare a Torino contro la Juventus, in conseguenza della positività al Covid di Zielinski ed Elmas, imponendo l’isolamento fiduciario per tutta la squadra.
Annullate dunque, senza rinvii, le precedenti sentenze: Juventus-Napoli va rigiocata (probabilmente il 13 Gennaio, una settimana prima della sfida di Supercoppa tra le due squadre), ed agli azzurri è stato restituito il punto di penalizzazione con cui erano stati precedentemente sanzionati; il Napoli risale quindi al terzo posto con Juventus e Roma a quota 24, con una gara in meno come i bianconeri.
La sentenza favorevole arriva al momento giusto per risollevare il morale degli azzurri, sotto i tacchi dopo la secca sconfitta (2-0) dell’Olimpico contro la Lazio, in cui la squadra di Gattuso ha offerto indubbiamente la peggior prestazione stagionale.
Sconcertante l’approccio al match del Napoli, reduce viceversa dall’ottima partita disputata a San Siro, persa del tutto immeritatamente contro l’Inter: i partenopei però, come troppo spesso è capitato in questi anni, hanno dimostrato la totale incapacità di reagire ad un evento negativo, sciogliendosi completamente invece di cercare il riscatto sul campo di gioco.
Appare inevitabile, a questo punto, eliminare il Napoli dal novero delle contendenti allo scudetto, nonostante, in un anno in cui la Juve non sembra destinata a dominare la scena, a fare l’andatura sia il Milan, che oltre ad Ibra (che mancherà tra l’altro fino a Febbraio) non sembrerebbe avere nulla in più degli azzurri.
Forse però è il momento di prendere in considerazione la possibilità che questa squadra sia stata sopravvalutata, così come appare sopravvalutata la qualità del lavoro di chi questa squadra l’ha costruita.
A Giuntoli, infatti, non vengono stranamente imputate particolari colpe, nonostante il Napoli abbia 3 terzini sui 5 in rosa praticamente inutilizzabili seppur strapagati, e nonostante a marcire in tribuna, anche loro lautamente retribuiti, ci siano due attaccanti importanti come Milik e Llorente (che sarebbero utilissimi ora che le altre punte sono indisponibili) perché a scadenza di contratto, mentre ad altri loro compagni nelle medesime condizioni (Mertens e Callejon l’anno scorso, Maksimovic ed Hysaj quest’anno) è stato ed è concesso di giocare.
Soprattutto nessuno sembra aver notato che, nonostante il passaggio di consegne tra il “bonaccione” Ancelotti ed il “fustigatore” Gattuso sia avvenuto da più di un anno, questa squadra abbia confermato tutti i suoi limiti caratteriali, sui quali evidentemente un allenatore può incidere ben poco.

Si era detto che le due trasferte di metà dicembre avrebbero dato l’esatta dimensione di questa squadra: bisogna dunque prendere atto che questo Napoli dovrà sudare per un posto Champions, e che dovrà festeggiare alla grande se questo traguardo sarà raggiunto.
Per non perdere ulteriormente terreno gli azzurri devono però riprendere a far punti, a partire dal match di stasera (ore 20:45) contro il Torino di Giampaolo, mestamente invischiato nei bassifondi della classifica.
La partita contro i granata chiuderà questo 2020 che, per vari motivi, nessuno potrà dimenticare: è curioso pensare che il 2-1 firmato da Manolas e Di Lorenzo, dello scorso 29 Febbraio, sia stata l’ultima gara disputata dagli azzurri prima del lockdown, con il pubblico sugli spalti che mai avrebbe potuto immaginare di essere costretto a stare lontano per così tanti mesi dagli stadi, per effetto della tragedia che di lì a poco avrebbe colpito il pianeta.
Le difficoltà psicologiche legate alla doppia sconfitta consecutiva, unite alla fame di punti della squadra di capitan Belotti, rendono la sfida contro il Toro particolarmente delicata.
A complicare ulteriormente i piani di Gattuso sono arrivati altri due infortuni, occorsi a Lozano, l’ultimo ad arrendersi a Roma, e Koulibaly, lasciato inspiegabilmente in campo per più di mezz’ora dopo aver accusato una noia muscolare nel corso del primo tempo.
Il tecnico calabrese, al quale va augurata una pronta guarigione dal problema all’occhio che lo sta tormentando da diverse settimane, recupera però Insigne, che ha scontato il turno di squalifica conseguente all’espulsione rimediata a San Siro.
Difficile a questo punto azzardare una formazione: sembra destinato a giocare ancora Di Lorenzo, nonostante il terzino azzurro sembri ormai stracotto, visto che Hysaj non ha ancora recuperato la miglior forma dopo il covid.
A centrocampo probabile il ritorno di Demme, che pur nella sua scolasticità sembra indispensabile, tanto lenti ed impacciati appaiono Fabian e Bakayoko quando vengono proposti in coppia nel centrocampo a due.
In avanti le scelte sembrano obbligate, con Insigne, Politano e Zielinski dietro Petagna, sperando che dopo la sosta natalizia Gattuso possa recuperare Osimhen, Lozano e Mertens.
Mai come stavolta però appare secondario conoscere la formazione titolare: chiunque scenderà in campo dovrà dimostrare di avere anima ed attributi, provando a smentire chi si è ormai convinto che queste doti siano sconosciute a questa squadra.