L’ultimo DPCM (acronimo ormai noto a tutti) parla chiaro: chiudono i Teatri. Ed ecco che fioccano proteste sulla scelta di ammazzare definitivamente un settore già fortemente colpito dai sette mesi di pandemia.
Ma come sta rispondendo la città? Quali le iniziative proposte e messe in atto?
C’è chi – nel pieno rispetto del nuovo decreto – ha sospeso tutti gli spettacoli e c’è chi provocatoriamente, considerando il teatro un rito, lo ha spostato in chiesa. È l’ idea lanciata da Francesco Di Leva, attore e regista tra i fondatori del Nest Napoli Est Teatro, presidio culturale che da anni opera nel cuore del quartiere San Giovanni a Teduccio. “Il nostro prossimo spettacolo Quotidiane Ispirazioni si svolgerà regolarmente nella chiesa dell’Immacolata a San Giovanni a Teduccio per concessione, amore e solidarietà da parte di don Giuseppe, prete della parrocchia”, ha annunciato Di Leva sulla sua pagina Facebook. “Io ho proposto e il parroco ha accettato perchè ci siamo resi conto che i posti sono simili – scrive l’attore – c’è una platea per gli spettatori, c’è un altare dove recita il parrocco con due chirichetti, c’è una buona acustica anche per il canto e sopratutto è un luogo dove da centinaia di anni, cosi come in teatro si svolge un rito“. Il post dell’attore si chiude con un messaggio agli altri parroci: “Se volete aderire anche voi permettendo uno spettacolo nella vostra chiesa non esitate a contattarmi. Sarebbe bello se tutto ciò accadesse“.
La provocazione lanciata ben rappresenta il pensiero della stragrande maggioranza dei lavoratori dello spettacolo, già scesi in Piazza (del Plebiscito) a manifestare pacificamente contro una scelta non condivisa. L’appuntamento per tornare a manifestare è fissato a Piazza del Gesù a Napoli, il prossimo venerdì 30 ottobre per chiedere: “la certezza di risorse per superare l’emergenza, un tavolo permanente tra le parti sociali, i ministeri e la Regione per il rilancio del settore, ammortizzatori e tutele strutturali per tutti i lavoratori atipici e discontinui e l’istituzione di un registro regionale degli attori”.
Nel mentre il direttore del Teatro Nazionale di Napoli, Roberto Andò si rivolge direttamente agli spettatori scrivendo una lettera nella quale evidenzia gli sforzi fatti in questi mesi dal Teatro Nazionale e sottolineando la necessità di una legge che individui forme di sostegno concreto in favore dei lavoratori dello spettacolo; Claudio Gubitosi, Fondatore e Direttore Giffoni Opportunity scrive invece una lettera al ministro Dario Franceschini chiedendo a gran voce aiuti: “Mi sembra che ormai siamo entrati in una sorta di cimitero della creatività. Questo dobbiamo impedirlo con ogni forza. Ti invito, come si legge da più parti, a predisporre tutti i benefici possibili per il settore ma ti esorto a farlo con certezza del ristoro e tempestività. Il mio, però, è un ulteriore e accorato invito a rivedere questa posizione al più presto con il Comitato Tecnico – Scientifico al quale voi fate giustamente riferimento“.