Leone XIV – questo il nome scelto dal nuovo Papa eletto l’8 maggio dal Conclave dei Cardinali – si è presentato a San Pietro nel suo primo Regina Coeli con tre messaggi specifici : la preghiera per le vocazioni con l’invito ai giovani e alle giovani di accogliere la chiamata di Cristo, un pensiero per le mamme nel giorno della loro festa e ancora una volta il richiamo alla pace in ogni parte del mondo.
Al cospetto di 100 mila fedeli il nuovo Papa continua la sua opera apostolica di diffusione del pensiero cristiano unitamente a messaggi di pace e fraternità.
Dopo un mese in cui il mondo si è immerso per la prima volta con dimensioni di partecipazioni così globali in diretta continua nella culla della cristianità per la morte di Papa Francesco e poi in mondovisione per l’attesa fumata bianca di fronte alla nomina – per molti a sorpresa – del primo Papa americano nella storia della Chiesa, e’ arrivato il Nuntio vobis.
Un Papa che viene dal Sud del mondo, Perú, figlio di immigrati di origini italofrancesi sempre attento ai poveri e agli ultimi, con una storia personale che lo vede vicino a chi vive in difficoltà .
La scelta del nome – Leone – rievoca le opere dei Papi che lo hanno preceduto che hanno posto un’attenzione particolare su lavoratori e sugli ultimi della società; da chi è vicino al neo pontefice emerge la sua preoccupazione per l’intelligenza artificiale e per le sue ripercussioni nel mondo del lavoro.
Ed è così che il giornalismo non solo italiano anzi mondiale, stanno cercando di incasellare il Papa in un’etichetta politica ideologica: socialista o antisocialista; trumpiano o antitrumpiano; comunista o reazionario; progressista o conservatore; rivoluzionario o dottrinario…insomma un toto pensiero di quelle che saranno le prossime mosse e le prese di posizione di Leone XIV.
Impossibile dopo poche ore dalla sua elezione riuscire ad incasellare il pontefice in una cornice ideologica ben definita…solo i fatti, le azioni e probabilmente le sue comunicazioni potranno dare un’idea realistica del suo pensiero e della sua opera apostolica.
Indubbiamente a voler interpretare i suoi primi giorni e gesti, non può ignorarsi il suo insistente richiamo alla pace, con una condanna aperta a tutte le forme di guerra con la ormai celebre frase dall’uso ambivalente di disarmate/disarmante, il rispetto per il pontificato di Papa Francesco sulla cui tomba è andato a pregare di cui condivide l’esperienza nel sud del mondo afflitto da ingiustizie e povertà, e infine la preghiera, il valore inestimabile della preghiera con la scelta nel giorno della supplica della Madonna di Pompei di pregare insieme ad una folla di migliaia di persone tra quelle presenti a piazza San Pietro e quelle in diretta mondiale con la declamazione dell’Ave Maria che fanno propendere per una visione dottrinale della Chiesa e per la necessità di diffondere la parola di Cristo con tutte le esplicazioni compresa la preghiera.
Solo la storia potrà consegnarci l’immagine reale del nuovo Papa , sicuramente c’è tanto da fare e soprattutto c’è tanto a cui ispirarsi; allontanarsi da Francesco non è cosa saggia perché Papa Francesco ha avvicinato il mondo alla Chiesa come mai negli ultimi decenni perché ha saputo dialogare anche con l’ausilio della tecnologia con tutti , religiosi o meno, leader mondiali e persone semplici, ricchi e poveri, reietti e privilegiati, aprendo le porte a tutti indistintamente e rompendo alcune barriere se si pensa si divorziati e agli omosessuali…ora bisogna capire se Leone lo sarà di fatto o di nome…e se farà sentire la voce della chiesa in modo rivoluzionario come ornai abbiamo assistito con la forza di mantenere fede al proprio ruolo con i principi fondamentali dell’accoglienza, solidarietà fraternità e tolleranza nei confronti di tutti coloro che, anche se con punti di vista diversi, si avvicinano alla Chiesa di Cristo e alla sua parola orami millenaria, dettata per aiutare gli ultimi e per non dimenticare la ricchezza della fede nella vita di ciascuno in qualsiasi modo si esprima con una visione proiettata verso il futuro del mondo senza fare passi indietro ricordando l’amore profondo e l’attenzione che Papa Francesco ha rivolto ai bambini a cui ha affidato la speranza per un mondo di pace nel futuro.