Ogni gruppo, comunità che crea delle abitudini, delle consuetudini e con il tempo sviluppa il proprio “gergo”, per identificare qualcuno o qualcosa con un dato tratto distintivo.
Questa volta vi trascino in un mini viaggio nel linguaggio gay fatto di lettere che si combinano tra loro fino a diventare parole… parole e frasi che creano modi di dire che si tramandano nel tempo.
Parole, parole, parole come cantava la grande Mazzini, e che parole! A volte le parole sono peggio delle mazzate e ti si attaccano addosso come gomma da masticare.
Alcune parole sono molto ironiche, altre molto offensive. Il gergo varia da regione a regione, da situazioni e ambiente circostante. A volte certi termini sono usati nelle chat, sui siti di incontro, nel battuage, taluni di matrice anglosassone, di rado divertenti e spesso offensivi.
Eccovi una carrellata, in stretto ordine alfabetico: (Fonte Gay.it)
Aeroplano: ‘fare l’aeroplano’ vuol dire avere contemporaneamente un rapporto anale, fare una fellatio e doppia masturbazione.
Ambidestro: bisessuale.
Amichecca: donna solitamente eterosessuale amica di un uomo omosessuale con cui si scambia consigli e racconti di esperienze sessuali e sensuali
Ape Maia: capelli tinti biondi con vistosa ricrescita nera.
Ayor: marchio di moda molto usato dai gay, dall’acronimo A.Y.O.R. (at your own risk) usato nelle guide gay per segnalare un luogo di rimorchio all’aperto e non, dove il cruising è particolarmente pericoloso. Questo acronimo sta per ‘a vostro rischio e pericolo’
Bareback (-ing), bare-backing: dall’inglese ‘cavalcare a pelo nudo’ (senza sella) vuol dire fare deliberatamente sesso non protetto.
Broccolaro: gay attempato alla ricerca di ventenni
Boot sucker: chi ama leccare gli anfibi.
Buco o Bucaiolo: tipico della Toscana è usato come insulto per indicare un gay.
Bugchasing: Il bugchasing è uno slang che indica la scelta di alcuni individui di praticare sesso non protetto con individui sieropositivi con l’intento di contrarre il virus dell’Hiv. I bugchasers possono cercare di contrarre l’Hiv per diversi motivi. Chi pratica il bugchasing cerca persone sieropositive per avere rapporti sessuali non protetti ed effettuare la sieroconversione; i gift givers sono gli individui sieropositivi che consentono ai bug chasers di infettarsi col virus dell’Hiv
Cessaro: dispregiativo per i gay che frequentano gli urinatoi nei bagni pubblici.
Chierichecca: persona devota religiosamente ma molto scaltra sessualmente.
Closet (in the): ‘stare nel closet’ è non dichiararsi. Dall’inglese: nell’armadio. Espressione che indica l’omosessuale che non dichiara espressamente di essere tale o che comunque fa di tutto per nascondere il proprio orientamento sessuale fino a fidanzarsi e sposarsi con una persona del sesso opposto al proprio.
Cripto: usato per indicare chi nasconde volontariamente il proprio orientamento sessuale; ad esempio ‘cripto-checca’, ‘cripto-gay’, etc…
Etero-checca: persona eterosessuale che si comporta e parla in modo effeminato.
Evakant: lesbica fidanzata con una delinquente
Fag-hag: ‘omosorella’, donna eterosessuale che frequenta gay, locali gay, legge libri e predilige film a tematica gay. Detta anche amica dei culi o frociarola
Fracosce: atto sessuale senza penetrazione che consiste nello strofinare l’organo sessuale sulle cosce del partner
Garruso: tipico della Sicilia è usato come insulto per indicare i gay. Varianti: Iarruso, garrusa
Glory Holes: fori nelle toilettes maschili di alcuni locali gay dove si inserisce il pene per un rapporto orale con chi sta nell’altra toilette. In inglese indica specificatamente un piccolo buco
Letterina: indica il gay iscritto alla Facoltà di Lettere e Filosofia.
Mano pendula: tendenza di uomini effeminati e uomini effeminati con omofobia interiorizzata a condurre delle pose in cui una mano pende apparentemente senza alcun motivo nel vuoto come stereotipo di genere femminile solitamente connotava le donne, in particolare nell’Ottocento e in Occidente
Masciara: nel Sud indica la checca che si occupa di occulto.
Melochecca: gay amante della musica lirica, in particolare della Callas.In inglese Opera Queen.
Passing woman: chi usa vestirsi con abiti del sesso opposto. Varianti: travestita, trave, travelona, travesta.
Polvere sulle orecchie: insulto per i gay usato nell’Italia del Sud.
Robe di Kappa: dal famoso logo, indica due gay passivi che si ritrovano al letto.
Sfranta: equivalente di ‘gatta moscia’. Indica un uomo omosessuale dall’indole poco entusiasta. Termine che si riferisce al gay effeminato sia nel vestire che nella mentalità e non ha nulla a che vedere con i gusti sessuali (attivo o passivo) indicando piuttosto uno status. Si tratta di una denominazione diffusa in quasi tutta la Toscana, ma con particolare attenzione nella Toscana del nord (Firenze, Prato, Pistoia, Lucca e Pisa).
Slumare: fissare con lo sguardo.
Switch: chi può essere sia schiavo sia padrone nei rapporti sado/maso.
To sexpress: esprimersi sessualmente, ‘sexpress yourself’.
Uncinetto: ‘fare l’uncinetto’ indica l’incontro tra due gay entrambi esclusivamente passivi.
Velato: chi cela la propria identità sessuale. Omosessuale che si nasconde e che ha paura di rivelarsi in quanto tale. Anche al femminile.
Zia: Termine importato dal francese tante e che indica l’omosessuale maschio di solito invecchiato. Molto in uso negli anni Cinquanta e Sessanta, faceva evidentemente riferimento alla figura stereotipata della zia ‘zitella’, solitaria, un poco isterica e frigida nella quale a volte gli stessi omosessuali si identificavano con compiacimento.
(fonte gay.it)
Stereotipi, razzisti, antichi che spingono la lotta LGBT indietro di 50 anni. Il linguaggio gergale nasce con facilità ma è difficile da far morire.