Nella chiesa della Missione ai Vergini (già chiesa di San Vincenzo de’ Paoli del Complesso Monumentale Vincenziano), precisamente nella sagrestia sono custoditi la terza ampolla contenente il sangue del santo patrono di Napoli: San Gennaro e un inginocchiatoio e un dipinto molto speciale a cui è legata una storia leggendaria: il quadro dell’anima dannata.
La leggenda narra di un cavaliere, molto ricco. Arrivato in città, conobbe una procace popolana; si invaghì perdutamente della giovane, ma la disparità di ceto sociale non permetteva loro di potersi sposare. La ragazza, delusa, e disperata, per dimenticare il suo giovane amore, si dette alla vita di strada, prostituendosi. Sfruttata e maltrattata alla fine però si lasciò morire. Il giovane, quando seppe della triste sorte del suo amore, decise di lasciare le ricchezze e diventare sacerdote. Iniziò a svolgere il suo ministero nella chiesa di Santa Maria delle Vergini. Il prete pregava continuamente per l’anima del suo giovane amore perduto, chiedendo perdono per i peccati commessi dalla ragazza.
Un giorno mentre era inginocchiato a pregare, gli apparve la giovane che arrabbiata urlò al sacerdote di smettere di pregare per lei perché ormai era dannata.
Il sacerdote benchè sconcertato da questa apparizione, continuò a pregare con maggiore intensità. Dopo un po’ di tempo lo spirito della ragazza ricomparve dicendo che ormai lei era dannata e lui doveva smettere subito di pregare per lei, e per rafforzare le sue parole Il fantasma si inginocchiò sull’ inginocchiatoio e poggiò le mani sul quadro. Improvvisamente Un intenso fumo nero si sprigionò dall’inginocchiatoio e dal quadro. Allertati dal forte odore di fumo i confratelli corsero in chiesa, trovarono il sacerdote privo di sensi e il quadro con impresse le ormi delle mani e l’inginocchiatoio ancora fumanti
Nel 1726 le impronte di fuoco impressionarono a tal punto l’avvocato Alfonso Maria de’ Liguori che scosso profondamente decise di abbracciare la vita ecclesiastica, diventando poi santo.