Il 2 giugno il Parlamento norvegese ha approvato una legge che considera reato pubblicare foto con ritocchini e modifiche migliorative proponendo un culto dell’estetica estremo e pericoloso per i giovanissimi in tutti i canali social più diffusi: FacebooK, Instagram, Tik Tok, Snapchat e Twitter.
La proposta arriva dal Ministero per l’Infanzia e la Famiglia che, a fronte delle fragilità riscontrate prevalentemente negli adolescenti che rallentano e incidono significativamente su un equilibrato sviluppo e una serena crescita, ritiene fuorviante e pericoloso la pubblicizzazione e diffusione insistente di corpi statuari e perfetti, senza difetti ne’ imperfezioni che impongono aspettative inattese e traguardi impossibili da realizzare nei fisici dei ragazzi e delle ragazze normali.
Ad essere nel mirino agenzie di moda e pubblicitarie e i noti influencer nonché le star e le celebrità che sfruttano la loro immagine a scopi pubblicitari percependo compensi o altri benefici, e utilizzano, a fini di lucro, la loro avvenenza e i loro corpi scolpiti e dalle linee perfette per promuovere prodotti sui canali social o nei cartelloni pubblicitari.
La legge prevede l’istituzione di una etichetta predefinita, disegnata e progettata ad hoc dal Governo, che deve essere apposta sulle foto che ripropongono correzioni tramite filtri e Photoshop e che funziona come una sorta di timbro identificativo del carattere non totalmente genuino e veritiero dell’immagine proposta.
Ma la legge va oltre; stabilisce, persino, quando e in quali casi, il marchio della foto ritocco va apposto ovvero non si possono modificare forma, dimensioni e colore della pelle, non si possono ingrossare le labbra , non si possono pubblicare foto con muscoli più sviluppati del solito, niente giro vita troppo stretto, niente carnagioni perfette senza imperfezioni che si presentano luminose, lucide e omogenee, ne’ modifiche consistenti delle proprie forme e curve.
Insomma, una crociata contro standard di bellezza inarrivabili e irrealistici riproposti con insistenza sui social in grado di turbare la serenità degli adolescenti che credono nel mito del fisico scultoreo e perfetto e cadono vittime di insicurezza, fragilità se non nei casi più gravi incorrono nell’incubo di bulimia e anoressia per l’incapacità di accettarsi e di tollerare i propri limiti e difetti.
Obiettivo della legge è quello di combattere una serie di fenomeni sociali diffusi ormai tra i più giovani.
Anzitutto, il cd. Dismorfismo del corpo o dismorfofobia che rappresenta la difficoltà di accettare un difetto fisico senza nemmeno che sia particolarmente evidente.
Chi è affetto da questo disturbo non riesce a vedere se stesso in modo obiettivo e ha una visione distorta del proprio aspetto fisico, concentrando la sua attenzione e preoccupazione su un elemento, un particolare, un difetto del proprio corpo non accettato.
Indubbiamente, la visione ossessiva e continuativa dei corpi scultorei delle star social contribuisce a deturpare l’immagine che si ha di se’ e aggrava la percezione dei propri limiti fisici e delle proprie mancate perfezioni.
Nell’ambizioso e pregiato obiettivo della legge, quindi, la volontà di arginare il fenomeno dell’insicurezza sociale così diffuso tra gli adolescenti derivante dalla visione di standard di bellezza ideali, imposti dai social e in grado di incidere su un equilibrato sviluppo corporeo e psicologico.
La dimensione della bellezza estrema unita ad una perfezione di linee e forme, con pelli perfette e labbra ben delineate, visi sempreverdi che non invecchiano ne’ producono rughe, è ormai un elemento di pressione psicologica sugli adolescenti e non solo che influisce sul loro modo di vivere e di relazionarsi tra loro e con il mondo.
Con questa finalità, la legge è approdata al tavolo del re che ancora deve approvarla e promulgarla per permettere la sua entrata in vigore.
Considerare reato e, quindi, illegale e contra legem, pubblicare foto ritoccate imponendo a chi si trova in violazione col precetto normativo, multe salate e nei casi più gravi, la reclusione, ha l’ambito complesso compito di rendere i social un ambiente controllabile e sicuro e più reale per evitare la propagazione di formule di bellezze inesistenti e irrealistiche in cui diviene difficile identificarsi.
In Norvegia, la legge è stata accolta con favore, anche, dagli stessi influencer più famosi che hanno applaudito all’iniziativa.
Non so se in Italia siamo pronti a digerire una rivoluzione così coraggiosa e civile che evidenzia e mette a nudo l’ipocrisia e la falsità di certi ideali di bellezza che non esistono nemmeno in coloro che la incarnano al meglio.
Se si pensa che non riusciamo nemmeno a mettere un punto su una legge che riconosca semplicemente a ciascuno di essere così com’è e come vuole senza il rischio di essere inviso e emarginato da una società che non ti riconosce…solo perché il passo da gigante più grande da compiere resta sempre quello della conquista della libertà in ogni sua forma, espressione ed estensione.
L’approvazione di una legge che consideri reato ritoccare una foto e pubblicarla senza un doveroso avviso che evidenzi il tocco magico del cesello estetico, sembra lontano anni luce dalle possibilità cognitive degli italiani che restano impreparati, nonostante le parole della costituzione, a mettere in atto principi fondamentali di rispetto e sensibilità dei più giovani per prepararli ad affrontare il futuro del nostro Bel Paese con fenomeni di bullismo e cyber bullismo fortemente diffusi, in ambito intra ed extra scolastico, di body shaming per emarginare i diversi e non perfetti tra loro, di subdola sottile ostilità ad una vera cultura dell’integrazione e dell’accoglienza.
Speriamo che la Norvegia traini gli altri Stati europei in questa battaglia di civiltà volta a sensibilizzare le nuove generazioni e accompagnarle nel mondo del domani più sicure di se e forti nella consapevolezza che si può vivere benissimo con un difetto, una imperfezione o un chilo di troppo perché la perfezione a cui aspirare riguardi il modo di essere e non di apparire.