Il consumo di insalata in busta è in aumento e, puntuale come un orologio svizzero, sul web impazzano articoli di giornale con titoli allarmistici sulle insalate in busta, accusate di essere un ricettacolo di “virus e batteri”, per cui “non andrebbero consumate.
Secondo l’associazione di categoria, il primo articolo a riportare la fake news è stato il TuoBenessere.it con il titolo “Insalata in busta: tutti i rischi per la salute” Notizia ripresa dà il Giornale e da Libero.
Leggendo questi articoli si scopre che tutti fanno riferimento a uno studio di un’università di Torino, di cui non vengono mai forniti i riferimenti, che attribuirebbe pericolose contaminazioni batteriche alle insalate confezionate vendute nei supermercati. Perfino un articolo uscito su il Salvagente dal titolo allarmistico “Lavate e asciugate ma piene di germi”., si sostiene che l’87% delle insalate siano risultate irregolari, sebbene nessuno dei parametri microbiologici previsti dal Regolamento europeo 2073/2005 risulti superato”.
. In questo studio (fatto da Altroconsumo, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Caponigro su Food Microbiology, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie), si evince che vi è una situazione igienica sicura per le 100 insalate in busta analizzate. Nel 2015 sono entrate in vigore in Italia nuove regole in materia di produzione, confezionamento e commercializzazione della Quarta Gamma (a cui appartengono anche le insalate pronte al consumo). Nelle regole c’è l’obbligo di garantire il rispetto della catena del freddo a una temperatura uniforme e costantemente inferiore agli 8°C, lungo tutto il percorso. Bisogna sempre seguire le istruzioni rispettando la data di scadenza per evitare la proliferazione batterica. Il periodo di conservazione indicato è in media di 5-7 giorni (a seconda anche dalla stagione), ma se si apre la confezione il consiglio è quello di consumare il prodotto entro un paio di giorni.
Per fugare ogni dubbio ci avvaliamo del IL FATTO ALIMENTARE che ha chiesto ad Antonello Paparella, professore di microbiologia alimentare all’Università di Teramo, cosa fare per non correre rischi.
“Quando si acquista bisogna sempre controllare con attenzione che la confezione sia sigillata e in particolare che non vi siano foglie lungo le linee di saldatura (in tal caso, la confezione potrebbe essere ancora sigillata ma perdere facilmente l’ermeticità).
Non conservare mai le insalate di quarta gamma nel cassetto per la frutta e verdura che nei frigoriferi presenta spesso temperature superiori a 4°C, ma riporla nei ripiani centrali del frigo tra 2 e 4°C
“Prima di consumare, comunque, controllare sempre i seguenti aspetti:
- odore all’apertura della confezione;
- colore, odore e torbidità dell’eventuale essudato presente sul fondo della busta;
- consistenza, colore e odore delle foglie,
– Secondo Paparella– è consigliabile comunque risciacquare il prodotto prima del consumo, soprattutto quando è destinato a fasce di consumatori a rischio, cioè bambini, anziani, donne in gravidanza e immunocompromessi.