Il fotografo napoletano Luigi Lista ci presenta il suo nuovo lavoro, tutto a tema LGBTQA+
Nel libro fotografico Queen Bees (Api Regine), Lista “esplora” con la sua macchina fotografica la comunità transessuale napoletana.
Io l’ho intervistato per voi.
Mi chiamo Luigi Lista, nato a Napoli il 3 luglio 1987, mi occupo di fotografia da quando avevo 16 anni. Mio padre è fotografo, da sempre ho avuto a che fare con macchine fotografiche, lenti, filtri, pellicole. La mia formazione fotografica e professionale si svolge nel capo della moda, contemporaneamente ho svolto una serie di progetti personali. Il mio interesse si è sempre focalizzato sulla ricerca del particolare, del nascosto, e sulla promozione della diversità. Negli anni il mio modo di osservare la realtà si è modificato ed è diventato molto più introspettivo. L’approccio alla fotografia, e quindi al progetto che porto avanti, muta in base ai miei stati d’animo questo mi porta a lavorare su diversi livelli espressivi e narrativi. Non ho un approccio ragionato, la mia è una fotografia senza fronzoli, che punta all’essenza delle cose. Lavoro per scarnificare l’anima delle cose, dei rapporti e delle situazioni.
Nel libro Queen Bees, fotografi un realtà ghettizzata e che ancora molti non conoscono, come ti sei approcciato ad essa?
E’ nato tutto per caso, avevo uno shooting fotografico in zona Gianturco, alle prime luci dell’ alba vidi 2 donne trans, vestite solo da una pelliccia, ne rimasi folgorato, da sempre sono stato attratto dalle cose straordinarie, fuori dal comune, e con il mio lavoro ho sempre cercato la bellezza nel particolare, la scena era come un mix tra una campagna di Vivienne Westwood e un documentario. Da quel giorno iniziai la mia ricognizione, per lo più notturna, alla ricerca di questi esseri umani speciali. Dopo 2 anni venni a conoscenza di un concorso di bellezza per ragazze trans e iniziai a seguire tutta la comunità durante i concorsi, il progetto alla fine è durato 6 anni. Il mio approccio è sempre molto aperto, in generale ho pochi preconcetti e mi piace lavorare a progetti lunghi proprio perché mi permette di approfondire le storie.
Avevi già lavorato in un contesto esclusivamente LGBTQA +?
Non avevo mai lavorato ad un progetto sul mondo LGBTQA+, ma avendo lavorato nella moda e in generale nella mia vita sono sempre stato vicino alla comunità.
Che criterio hai usato per scegliere le modelle?
Durante tutto il progetto non ho mai avuto un criterio nella scelta dei soggetti, era tutto molto naturale, mi aggiravo nel backstage del concorso, bastava uno sguardo, una parola, spiegavo il progetto e un attimo dopo stavamo scattando, era qualcosa di simile a una danza, guardandoci negli occhi. Nel mio lavoro cerco sempre di abbracciare la sofferenza altrui, per confrontarmi con la realtà, imparando cose su me stesso, infatti mi piace dire che questo progetto è stata la mia transizione, da fotografo che lavorava con la moda a fotografo che lavora con la vita.
Spesso le immagini parlano più delle parole, e queste foto sono per lo più malinconiche, oserei dire che le modelle sono assorte nei loro pensieri, problemi. Che messaggio vuoi dare con il tuo libro, avendo scelto questa impronta nostalgica?
Sai, quando ho iniziato a scattare ero molto concentrato sull’ estetica, ero attirato dalla visione, poi andando avanti il progetto si è completamente trasformato, scendendo in profondità ricercavo sempre meno l’ immagine e mi focalizzavo sul tema dell’ identità.
I concorsi di bellezza credo siano il monumento dell’ esporsi, mostrarsi con tutta la loro forza, gridare al mondo che ogni essere umano è unico, questo è diventato il tema del progetto. Il messaggio che vorrei dare è che bisogna essere fieri di quello che si è e che dobbiamo fare di tutto per uscire da noi stessi e farci conoscere!
Che idea ti sei fatto della comunità transessuale napoletana?
Come descrivo nel libro, mi ha fatto pensare a un alveare di api, sono tante, pungono, volano scoordinate di fiore in fiore per trovare il loro posto nel mondo.
Hai già idee per un prossimo lavoro?
Si, da un paio di anni sto lavorando ad un nuovo progetto, completamente diverso, vorrei farne un libro. Riguarda il fenomeno umano di guardare gli animali per confrontarsi con la natura ed elaborare una consapevolezza su cosa siamo, ma di questo vi dirò di più quando ne verrò a capo!!
OPERE
MAGAZINES
2016 Coeval magazine. Wild Feeling
2016 Satellite Journal. Sud Side Story
2017 King Kong Magazine. Pizza Boy
2017 Vice. Sant’ Antonio Gang: la guerra del legno tra i ragazzini del centro di Napoli.
2017 Schon! Magazine. Le Voyage
2017/2018 Punkt Magazine issue 3. Big Life con Davide Marotta
2018 Document Journal New York. FW18: Luxury is the go with Fendi’s accessories for men
2018 Document Journal New York. A week of Icons: Backstage Milan Fashion Week Spring / Summer 2018
2019 ID Magazine. Foto di una New York surreale, senza caos né turisti.
2019 Purple Diary France. Juergen Teller’s “Handbags” Exibition at Villa Pignatelli, Naples
2019 ID Magazine. Luigi Lista ha fotografato le miss trans per dimostrare l’infinita varietà del concetto di bello.
2020 C41 Magazine. Luigi Lista noticed that homes in Beverly Hills resemble they owners.
2020 Personne Magazine Issue 3. I Notabili
2020 MSGM 10 The (in)complete brand anthology.
2021 ID Magazine, I costumi tradizionali di Halloween, rivisitati dalla Gen Z di Napoli.
2021 PERIMETRO Magazine, Miss Trans
2022 Zeit Magazin. N2 fall-winter 2022 Mariano Rubinacci
2022 ID magazine. California on the road!
2023 SLEEK Magazine. Queen Bees.
2023 VOGUE. Jadine and the secret she carries in her heart.
PROGETTI PERSONALI
2011-2012 Napolidentro
2016 Sud Side Story
2016 Zoo
2017 Pizza Boy
2017 Le Voyage Paris
2017 Neve a Napoli
2017 Venice
2016 La guerra del legno
2017 Big Life con Davide Marotta
2018 Lead me home
2018 220.000 Passi
2018 Harlem
2019 Il Miracolo di S. Gennaro / Gennaro Velotti
2019 Beverly Drive
2019 Miss Trans
2020 I Notabili
2020 L’altro mondo
2020 Ryan, Fabia and Napoli
2021 Miss Trans
2021 Halloween ZETA
2023 Queen Bees
2023 Animal Novel