Il cinema italiano ha sempre avuto una grande tradizione nel raccontare storie familiari, spesso oscillando tra il dramma e la commedia. “Io Sono La Fine Del Mondo“, con protagonista Angelo Duro, si inserisce in questa tradizione, ma con un approccio decisamente più caustico e fuori dagli schemi. Il film, che ha scatenato un acceso dibattito tra il pubblico e la critica, si muove su un terreno insidioso: la vendetta nei confronti dei propri genitori anziani. Una premessa audace che, tra momenti grotteschi e una comicità nera e politicamente scorretta, cerca di offrire uno spaccato crudo e a tratti surreale delle dinamiche familiari. Ma il risultato è davvero all’altezza delle aspettative?
Trama dettagliata
Angelo, interpretato da Angelo Duro, è un autista NCC che lavora a Roma, specializzato nel riportare a casa adolescenti ubriachi per conto dei locali notturni. Il suo è un lavoro che funziona bene, soprattutto durante l’estate e il periodo di Ferragosto, quando il consumo di alcol tra i ragazzi raggiunge livelli estremi. Tuttavia, la sua routine viene improvvisamente interrotta da una telefonata da Palermo: sua sorella Anna lo contatta per chiedergli un favore. Deve prendersi cura dei loro anziani genitori, Franco e Rita, mentre lei va in vacanza con il marito.
Angelo inizialmente rifiuta, inasprito dal rapporto conflittuale con i genitori, che in passato hanno esercitato su di lui un controllo soffocante. Ma quando scopre che la sua auto è in riparazione per un mese, decide di accettare l’incarico, vedendo in questa situazione una possibilità di rivalsa. La sua idea è chiara: far pagare ai genitori tutte le sofferenze che gli hanno inflitto durante l’infanzia.
Una volta arrivato a Palermo, Angelo impone subito nuove regole ai genitori, privando il padre del piacere del vino e costringendo la madre, affetta da osteoporosi, a fare le scale a piedi. Nel frattempo, porta i due alle sedute dallo psicologo, convinto che non servano a nulla. La sua crudele vendetta si manifesta anche attraverso la manipolazione della loro quotidianità: manomette i loro telefoni per impedire loro di contattare Anna, li priva delle loro piccole gioie e si diverte nel vedere la loro sofferenza.
Nel frattempo, Angelo conosce Marta Pedrotta, una giovane dottoressa che crede erroneamente che lui sia un figlio amorevole e premuroso. La relazione tra i due è segnata da malintesi, e lui approfitta di questa percezione per ottenere vantaggi personali. Un episodio particolarmente emblematico del suo cinismo si verifica quando permette al figlio obeso della dottoressa di mangiare cibo spazzatura e di guidare la macchina della madre, incurante delle possibili conseguenze.
Nel frattempo, la sorella Anna, in vacanza con il marito Nando, inizia a preoccuparsi seriamente per la mancanza di contatti con i genitori. Ma quando scopre cosa ha fatto Angelo, è ormai troppo tardi: lui ha venduto la casa di famiglia senza avvisare nessuno.
Il film raggiunge il culmine nel momento in cui Angelo decide di portare i genitori in Svizzera per accedere all’eutanasia legale, convinto di poter finalmente liberarsi di loro. Ma sarà davvero questa la sua vendetta finale?
Critica Cinematografica
“Io Sono La Fine Del Mondo” è un film che divide. Da un lato, è indubbiamente coraggioso nel proporre un racconto che sfida i confini della morale tradizionale. Dall’altro, risulta spesso eccessivamente cinico, con un protagonista difficile da apprezzare o comprendere.
Cosa funziona
Uno degli aspetti più riusciti del film è la sua capacità di affrontare tematiche scomode senza alcun filtro. La sceneggiatura non ha paura di esplorare le zone d’ombra delle relazioni familiari, portando lo spettatore a interrogarsi sui legami di sangue e sul loro significato. Inoltre, il film riesce a creare momenti di ironia grottesca che, per quanto disturbanti, risultano efficaci nel mantenere vivo l’interesse.
Visivamente, la regia di Gennaro Nunziante riesce a valorizzare gli ambienti, alternando le atmosfere cupe e claustrofobiche della casa dei genitori a quelle caotiche e frenetiche della vita notturna di Angelo a Roma. La fotografia accompagna bene il tono del film, enfatizzando il contrasto tra il passato e il presente del protagonista.
Cosa non funziona
Il problema principale di “Io Sono La Fine Del Mondo” è la mancanza di una vera evoluzione del protagonista. Angelo rimane statico nel suo cinismo, e il film non gli offre alcuna possibilità di redenzione o di introspezione profonda. Questo lo rende un personaggio difficile da seguire per il pubblico, che fatica a trovare un punto di empatia.
Inoltre, alcune gag risultano ripetitive e forzate, come le continue torture psicologiche e fisiche inflitte ai genitori. Se all’inizio queste situazioni suscitano una certa ilarità amara, alla lunga diventano prevedibili e prive di mordente.
A chi è consigliato?
“Io Sono La Fine Del Mondo” è un film per un pubblico specifico. Gli spettatori che amano la comicità nera e i racconti provocatori potrebbero apprezzarne l’umorismo feroce e il tono dissacrante. Tuttavia, chi cerca una narrazione con un minimo di equilibrio tra dramma e commedia potrebbe rimanere deluso dalla totale assenza di empatia nel protagonista.
Chi ha un rapporto complicato con i propri genitori potrebbe trovare alcuni momenti del film disturbanti o persino fastidiosi. Allo stesso tempo, chi ama il cinema tradizionale italiano, caratterizzato da una certa delicatezza nel trattare i temi familiari, potrebbe percepire il film come eccessivamente cinico e privo di umanità.
“Io Sono La Fine Del Mondo” è un film che non lascia indifferenti. Se da un lato la sua spietatezza e il suo umorismo nero lo rendono unico nel panorama cinematografico italiano, dall’altro il suo protagonista e la ripetitività delle situazioni lo penalizzano. Angelo Duro porta sul grande schermo un personaggio che rappresenta il peggio delle dinamiche familiari, ma senza una vera evoluzione.
In definitiva, è un’opera che merita di essere vista per la sua audacia, ma che difficilmente potrà mettere d’accordo tutti. Se amate le storie che sfidano la morale comune e vi piacciono le commedie nere senza compromessi, questo film potrebbe essere per voi. Ma se cercate un racconto con personaggi sfaccettati e una trama con una crescita emotiva, forse è meglio guardare altrove.