Il Molise esiste! Tanto è vero che è la nostra tappa odierna del giro d’Italia. E’ la regione amministrativa più giovane del Paese: fu scissa dall’antica regione Abruzzi e Molise ed è la meno popolosa dell’Italia. I suoi monti grazie a numerose Oasi ed aree protette permettono splendide passeggiate e la costa refrigeranti bagni estivi. Storicamente il Molise era parte del Sannio, venne in seguito conquistato dai Romani, purtroppo restano soltanto poche tracce archeologiche. Il territorio molisano ha subito le conseguenze in epoca storica di diversi terremoti appenninici, l’ultimo nel 2002. Dal punto di vista gastronomico questa terra è maestra nella produzione di olio, pasta, formaggi e salumi e nel caso siate in difficoltà nella scelta di un menù mi sento di consigliare: il brodetto di pesce di Termoli chiamato du’ predette, ha come caratteristica l’utilizzo di molte qualità di pesce, almeno nove/dieci; la pampanella, carne di maiale cotta al forno con alcune spezie e molto peperoncino rosso sia dolce che piccante; le cancelle, simili ai wafer tedeschi, ma con l’aggiunta di semini di finocchio. Ovviamente non può mancare il vino ed un ottimo Tintilia sarà la scelta giusta.
Purtroppo di libri ambientati in Molise ce ne sono pochi, ma tutti validissimi.
Le terre del Sacramento di Francesco Jovine
Le terre del Sacramento sono quelle di un feudo incolto della Chiesa, confiscate dal novello Stato dopo l’Unità, e rocambolescamente approdate in mano alla «Capra del Diavolo», un possidente velleitario e impenitente giocatore. Ma i protagonisti del romanzo sono Luca Marano – «un ragazzo di vent’anni, agile e aitante, di chioma nera e di fresco incarnato» –, che si mette alla testa dei braccianti per rivendicare dapprima col lavoro e poi con l’occupazione il possesso di quelle terre, e Laura, la scaltra moglie del proprietario, che prima promette ai contadini un contratto di enfiteusi e poi li abbandona alla violenza degli squadristi. Luca morirà proprio su quei campi maledetti, ma il suo coraggio e il suo esempio lasciano intravedere una possibilità di riscatto. Apparso postumo nel 1950, a pochi mesi dalla morte dell’autore, e subito insignito del Premio Viareggio, Le terre del Sacramento riscosse unanime consenso di critica e di pubblico. Come in Signora Ava, l’altro grande romanzo di Jovine, pubblicato nel 1942, la scena è il Mezzogiorno, con i suoi notabili accidiosi e inquieti, i cafoni miseri e sfruttati, e i preti divisi tra il privilegio e la paura. Ma questa volta il tempo non è più quello lirico-fiabesco, quasi mitologico, di Signora Ava; la miseria e le lotte per la terra non sono più quelle ataviche e immutabili d’impronta verista: le ultime pagine di Jovine trasudano lacrime e sangue, quelle del primo dopoguerra, segnato dall’avvento del fascismo e dai manganelli delle camicie nere. I vincitori, e soprattutto i vinti, restano gli stessi, ma qui lo sguardo del narratore coglie una realtà in movimento, in cui le battaglie e le sconfitte del momento possono essere preludio delle vittorie di domani.
Il caso di Roccaventosa di Giuditta Di Cristinzi
L’ispettore Sandro Costa dopo tanta fatica ce l’ha fatta, finalmente ha ottenuto il desiderato trasferimento. Gli anni passati in Sicilia sono stati anni duri, un lungo periodo fatto di lontananza da casa, da Napoli, dalla sua Maria che desidera soltanto sposarlo. Nel 1948, dopo gli anni della guerra e dei bombardamenti, l’ispettore è stato assegnato a Roccaventosa, finalmente un paese tranquillo, immerso nelle montagne abruzzesi. Alla stazione di Caianello, ad aspettarlo c’è Giovanni Ferrara, l’assistente capo; qualche chiacchiera, qualche informazione sul territorio, e poi l’incontro con il carro funebre vuoto, diretto al castello dei principi Papaleo per il funerale della vecchia signorina Clelia, il cui cadavere è stato ritrovato il giorno prima: riverso a terra, rigido, con le mucose arrossate e alla bocca bava e sangue. La signorina era molto anziana, tutti hanno pensato fosse morta di ictus; ma i sintomi della defunta fanno pensare a un avvelenamento. Così l’ispettore, senza nemmeno essere entrato in paese, inizierà a indagare in ogni direzione: i legami familiari, i rancori nati al tempo della guerra, le voci di paese. Trascorrerà le sue giornate tra riflessioni, visite al castello, pranzetti alla bettola di Bertuccio e distrazioni erotico-sentimentali; a poco a poco comporrà un puzzle complesso che affonda le radici in un passato lontano, riuscendo a scoprire segreti taciuti per decenni.
Nessuno si salva da solo di Margaret Mazzantini
Delia e Gaetano erano una coppia. Ora non lo sono più, e stasera devono imparare a non esserlo. Si ritrovano a cena, in un ristorante all’aperto, poco tempo dopo aver rotto quella che fu una famiglia. Lui si è trasferito in un residence, lei è rimasta nella casa con i piccoli Cosmo e Nico. La passione dell’inizio e la rabbia della fine sono ancora pericolosamente vicine. Delia e Gaetano sono ancora giovani, più di trenta, meno di quaranta, un’età in cui si può ricominciare. Sognano la pace ma sono tentati dall’altro e dall’altrove. Ma dove hanno sbagliato? Non lo sanno.