I veri uomini si vedono nei momenti difficili e nelle situazioni decisivi. Juan Jesus, trentaduenne brasiliano, di professione difensore, ha dimostrato a tutto il mondo, non solo quello strettamente collegato al calcio, di avere principi morali ed agonistici di primissimo livello.
Letteralmente massacrato per un errore due settimane fa a Cagliari, ieri il nostro si è preso una rivincita, colpendo con violenta delicatezza, in un sol colpo , la capolista Inter, il razzismo e l’odio dei social.
Il Napoli era di scena a Milano contro la capolista Inter: priva (come al solito…) dell’infortunato Osimhen (giocatore formidabile ma, obiettivamente, troppo tendente agli infortuni e dal carattere poco gestibile), la squadra di Calzona era chiamata a fermare la striscia di vittorie dei nerazzurri, lanciatissimi verso la seconda stella, meritatamente.
Il canovaccio della gara era quello atteso: padroni di casa aggressivi (anche troppo, favoriti dalla benevolenza di la Penna sui continui falli e le proteste reiterate di Barella e Acerbi su tutti) e napoletani in attesa che lì davanti possa accadere qualcosa.
Meret tiene a galla il Napoli con una serie di interventi importanti, ma nulla può sul gol di Darmian, dimenticato in area dopo una bella azione avvolgente dell’Inter ma di facilissima lettura.
Il merito di Calzona è quello di aver restituito alla squadra partenopea una fisionomia riconoscibile, quello che non tanto convince, semmai, sono i cambi, discutibili e tardivi.
Eh già perchè l’impresentabile Anguissa fa di nuovo gara piena e a lasciare il campo è Traore, che piano piano sta mostrando una crescita costante di condizione. Ma tant’è.
Con il passare dei minuti l’Inetr perde lucidità e i napoletani prendono coraggio pur senza creare pericoli dalle parti di Sommer.
Ad una ventina di minuti dalla fine, il nostro Juan ferma il gioco e parla fitto con La Penna: comunica al direttore di gara degli insulti razzisti di Acerbi, ma l’arbitro fa spallucce e il gioco prosegue.
E allora l’ex di turno si mette in proprio e schiaccia il gol la rete del pari a poco dalla fine.
A questo punto a Calzona manca il coraggio: entrano Ngonge e Lindstrom ma solo nel recupero e il danese riesce a provocare l’ulcera dei tifosi azzurri (già a Barcellona ci era riuscito fallendo il 2 a 2) dopo pochi secondi dal suo ingresso in campo, non servendo Ngonge libero e orientato verso la porta nerazzurra.
Finisce 1-1, un pari che fa poco classifica ma molto morale, nella speranza di un filotto dopo la sosta che possa riportare i napoletani in zona Europa.
Inutile sottolineare la corsa alla giustificazione per Acerbi: il Presidente dell’Aic e Di Marco hanno minimizzato con dichiarazioni e atteggiamenti tipicamente italiani.
In attesa del Giudice sportivo e della presa di posizione della società meneghina, si registra l’ennesimo vomitevole spot della nostra serie a….nel giorno della lotta al razzismo!!