Il mistero si svela nuovamente nella fredda estremità di una regione remota del Canada, ma questa volta lo vivremo su PlayStation 5. “Kona 2: Brume” ci trasporta nuovamente nel mondo del detective Carl Faubert, un ex veterano della Guerra di Corea, che è stato incaricato dal magnate William Hamilton di indagare su una serie di atti vandalici misteriosi legati alla sua impresa mineraria. Quello che ci aspettavamo si trasforma in una vicenda molto più intricata, in cui i villaggi sono deserti, un’atmosfera sovrannaturale aleggia nell’aria e il nostro datore di lavoro è stato ucciso.
Nel primo capitolo di “Kona”, ci siamo imbattuti in un intreccio pericoloso, con omicidi da risolvere, individui dal comportamento bizzarro, visioni enigmatiche e perfino un temibile wendigo pronto a farla finita con noi.
“Kona 2: Brume” cerca di ampliare questa trama, offrendo una formula più ricca dal punto di vista narrativo ed esplorativo rispetto al suo predecessore. La domanda che ci poniamo è: ci riuscirà?
La storia ruota attorno alla Hamilton Mining Corp (HMC), fondata da William Hamilton per estrarre rame, ma le cose non sono come sembrano. La popolazione locale inizia a protestare e accadono eventi inquietanti: piante, animali e persino le persone diventano sempre più strane. Hamilton stesso sembra trasformarsi, fino a una tragica fine.
Carl Faubert scopre che il rame è solo una copertura e che una misteriosa nebbia, la “brume” del titolo, avvolge vaste aree del Manastan, portando visioni angoscianti e rivelazioni inquietanti.
“Kona 2” cerca di espandere il suo tessuto narrativo inserendo elementi tipici dell’horror e del mistero, ma conserva la tradizione di fornire informazioni principalmente attraverso documenti e note sparse nel gioco. La trama, seppur non particolarmente complessa, richiede un’attenzione alla lettura dei dettagli per essere compresa appieno.
L’esplorazione è ancora al centro del gioco, ma questa volta con un’enfasi maggiore sui luoghi chiusi rispetto al primo capitolo. Le location interne, come la residenza di Hamilton, richiedono esplorazione e risoluzione di enigmi, ricordando in parte gli antichi giochi survival horror. Su PlayStation 5, questa esperienza si traduce in una grafica più dettagliata e una fluidità di gioco migliore, che rende ancora più coinvolgente l’esplorazione di questi scenari intricati.
Il gioco offre anche elementi survival, ma in modo più accessibile rispetto al primo Kona, con tre modalità di gioco tra cui scegliere, tra cui una modalità “sopravvivenza” per chi cerca una sfida più intensa. La potenza della PlayStation 5 offre un’esperienza di gioco più fluida e immersiva, permettendo ai giocatori di immergersi completamente nella trama e negli enigmi del gioco.
La grafica è adeguata, ma le zone esterne appaiono piatte, mentre gli incontri con il wendigo potrebbero essere più coinvolgenti. Il gunplay è di base ma funzionale. Tuttavia, sulla PlayStation 5, questi aspetti tecnici vengono migliorati grazie alla potenza di elaborazione superiore, che consente una grafica più dettagliata e un gunplay più reattivo.
In definitiva, “Kona 2: Brume” è un gioco atmosferico che migliora il suo predecessore dal punto di vista narrativo ed esplorativo, ma sembra ridurre leggermente gli aspetti survival, il che potrebbe essere un vantaggio o uno svantaggio a seconda dei gusti del giocatore. Le location interne e il puzzle solving sono punti forti, ma gli incontri con il wendigo potrebbero avere più tensione. In generale, il gioco mantiene la sua enfasi sull’esplorazione e sulla necessità di trovare fonti di calore, creando un’esperienza coinvolgente per gli amanti del genere, e la potenza della PlayStation 5 contribuisce a renderla ancora più coinvolgente.
Kona 2: Brume