Di cosa si tratta?
L.A. Noire è stato uno dei pochi titoli prodotti ma non programmati Rockstar. Un gioco ambizioso realizzato dopo uno sviluppo particolarmente travagliato da Team Bondi. I lunghi tempi di realizzazione e gli enormi costi di produzione condannarono la società alla bancarotta nonostante il gioco avesse venduto oltre sei milioni di copie . A distanza di alcuni anni Rockstar ha portato sul mercato una remastered del gioco per la current generation e una versione riveduta e corretta per i visori 3D.
Nulla di nuovo, interazioni escluse
L.A. Noire: The VR Case Files non è un gioco inedito, ma è l’adattamento di una parte del gioco originale. Nel gioco sono inclusi sette casi dei ventuno compresi in L.A. Noire, più un tutorial che aiuterà il giocatore a prendere confidenza con i comandi e le interazioni; una volta completato saranno immediatamente saranno disponibili tutti i casi, per un totale di circa 6 ore di gioco. Non c’è nulla di realmente nuovo rispetto a quanto abbiamo già giocato, ma il gameplay è stato completamente ripensato per andare incontro ai possessori della periferica per la Playstation 4. Nei panni di Cole Phelps, il poliziotto protagonista del gioco, ci ritroveremo a indagare sulla malavita della Los Angeles degli anni ’40.
L.A. Noire offre, con accuratezza storica, una vasta ricostruzione della metropoli californiana interamente navigabile in free roaming. Sarà possibile salire a bordo di una vettura e girovagare per le vie della città interagendo, non soltanto con il volante e con acceleratore e freno, ma anche con gran parte del cruscotto e degli elementi dell’abitacolo. Tutte le interazioni però sono semplificate e sono realizzate in modo poco credibile e realistico. Peccato che non ci sia una reale utilità nell’andare in giro per Los Angeles se non per raggiungere le location delle missioni, azione che può anche essere accelerata attraverso il viaggio rapido presente vicino allo specchietto retrovisore. Per aumentare la longevità potevano essere aggiunti dei punti di interesse come missioni secondarie e collezionabili. Le interazione sono possibili anche durante le sparatorie che si attivano automaticamente in alcune fasi di gioco; come altri titoli per la realtà virtuale è la fase di gioco che funziona meglio, le coperture sono gestite da un sistema semi-automatico. Le armi a disposizione sono davvero poche ma la loro gestione è molto realistica, ben riuscite anche le scazzottate che richiedono un po’ di sforzo fisico.
Che inizi l’indagine
Dopo essere arrivati sul luogo del crimine dovremo analizzare lo scenario alla ricerca di indizi utili per l’interrogatorio. In questa fase dovremo muovere il nostro protagonista alla ricerca di oggetti o tracce utili per la nostra indagine.In questa fase i si noterà l’eccezionale gestione fisica delle mani virtuali, dove invece L.A. Noire: The VR Case Files fatica a essere godibile è nella gestione degli spostamenti, croce e delizia di ogni videogioco in realtà virtuale. Va apprezzato però lo sforzo di Rockstar nell’offrire tre diverse possibilità di movimento.
Rispetto al gioco base sono stati semplificati i dialoghi: con i sospettati potremo avere un atteggiamento da poliziotto buono o cattivo oppure procedere direttamente con l’accusa da collegare a uno degli indizi raccolti sulla scena del crimine. Il nostro obiettivo sarà fare tutte le domande possibili all’interrogato, sfruttando gli appunti raccolti sul nostro taccuino (scarabocchiabile n.d.r.) e studiando le espressioni facciali e l’emotività del sospettato così da poter distinguere menzogne e verità e arrivare a determinare il vero colpevole del caso . L’eccessiva semplificazione della struttura narrativa però da l’impressione che i casi siano slegati tra loro e rendono difficile la corretta analisi della situazione. Ci si ritroverà in giro per Los Angeles per seguire dei casi auto-conclusivi dove l’ evoluzione di carriera e di personalità di Cole Phelps non dipenderà dal nostro operato.
Tecnicamente parlando
Da un punto di vista tecnico L.A. Noire: The VR Case Files è invecchiato piuttosto bene, anche perchè basato sulla remastered uscita l’anno scorso. Gli ambienti sono dettagliati così come i modelli dei personaggi che contrastano però con i pochi poligoni degli scenari all’aperto. Per quanto riguarda il comparto audio il offre una piacevole colonna sonora mentre il doppiaggio in inglese è di altissimo livello come tutte le altre produzioni Rockstar.
Concludendo
PRO
- Buone le meccaniche e l’interattività
- Grafica gradevole
- Buon livello di interattività
CONTRO
- Troppi tagli rispetto al gioco originale, L.A. Noire: The VR Case Files offre solo un terzo dei contenuti del gioco completo.
- Free Roaming “sprecato”
- Alcuni compromessi grafici