Esistono luoghi a Napoli ahimè chiusi al pubblico e in totale stato di abbandono. Uno di questi si trova accanto all’ospedale degli Incurabili dove una volta risiedeva la Compagnia dei Bianchi di Giustizia. La Compagnia ebbe origine nel 1430, allorchè S. Giacomo la Marca, fu suggestionato da alcune fiammelle che sembravano danzare sul lido vicino al monastero della Trinità, dove venivano seppelliti i giustiziati. Egli allora ideò di riunire persone con animo pio. La congregazione, vestita di un saio bianco con un cappuccio in testa anch’esso bianco fu chiamata Congregazione dei Bianchi di Giustizia. Sin dalle origini, i confratelli, si erano assunti il triste compito di confortare i condannati a morte, disporne funerali far celebrare messe di suffragio ed assistere le famiglie. Essi ammucchiavano nel cavo di uno stipetto: piccoli crocifissi, libriccini di preghiere, borsette di cuoio, coltellini, svariate immagine tenute assieme da un pezzo di spago, insomma tutto quello che aveva accompagnato fino al patibolo i condannati o era stato tolto ad essi nella stanzuccia dell’ultimo conforto. I Bianchi due volte l’anno, con una mesta processione, accompagnavano i morti giustiziati, dalla spiaggia prospiciente il Chiatamone presso l’Ospedale, dove i cadaveri venivano calati in una grossa cavità, detta Piscina, che si trova ancora al di sotto degli Incurabili.
. La confraternita ebbe sede nel monastero di S. Pietro ad Aram, da dove nel 1524, si trasferì nel cortile dell’ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili. Nel corso dei secoli i Bianchi provvidero a rafforzare le proprie attività istituzionali fino al 1862, quando i confusi avvenimenti polito-sociali inflissero un colpo mortale all’antica confraternita, ponendo fine alla sua attività. Le nuove autorità, verosimilmente anche per motivi di immagine, preferirono non dare più alle condanne a morte quella nota di cerimonia pubblica.
L’ultimo giustiziato ad essere “confortato” dai confratelli dei Bianchi fu il messinese Salvatore Gravagno, soldato del 2° Granatieri, fucilato il 20 dicembre 1862, sotto il Fortino di Vigliena al Ponte. (forte di Vigliena San Giovanni a Teduccio)
Attualmente i Registri della Congregazione dei Bianchi della Giustizia, sono custoditi presso l’Archivio Storico Diocesano di Napoli e rappresentano un patrimonio inestimabile di notizie che abbracciano tre secoli di storia.