LGBTQA+ BLACK STORY e la legislatura a singhiozzo in Georgia
Sappiamo ben poco della Georgia, nazione semi nascosta tra la Russia e la Turchia, non è un paese ricco e non è una metà turistica gettonata.
La mia attenzione si poggia su questo paese quando leggo online l’ennesima restrizione legale ai danni del popolo gay. Senza pensare ai problemi da uomo gay che il mio stato italiano mi crea cercando di restringere i miei diritti in ogni modo, mi rammarico per un paese che non conosco e che oltre a problemi economici subisce anche restrizioni di tipo umano.
In termini: lo scorso 17 settembre in Georgia, in una votazione boicottata dall’opposizione, il partito al governo georgiano ha approvato con 84 voti a zero un disegno di legge che fornisce alle autorità una base legale per vietare eventi e manifestazioni pubbliche della bandiera arcobaleno, imponendo la censura anche su libri e film. La legge vieta inoltre la transizione di genere e l’adozione da parte di persone gay e transgender e annulla i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero.
Prima:
Dal 2006 l’articolo 2 del codice del lavoro proibisce la discriminazione sulla base nei rapporti di lavoro.
Secondo il codice penale modificato georgiano (dal 2012), commettere crimini contro la personalità individuale basati sull’orientamento sessuale, tra le altre cose, è un fattore aggravante che dovrebbe portare a pene più severe durante il processo
Il 2 maggio 2014 il Parlamento approva una legge contro la discriminazione, che vieta ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale e dell’identità di genere. È entrato in vigore al momento della pubblicazione il 7 maggio 2014.
E poi in Georgia non esistono tutele per le coppie omosessuali.
Il 26 settembre 2017 il parlamento ha approvato un emendamento costituzionale per rendere il matrimonio unicamente tra “un uomo e una donna, ergo quello tra gay è incostituzionale.
La legislatura cambia molto spesso rendendo frammentari e poi inesistenti i diritti delle persone LGBTQA+.
Nonostante ciò ogni popolo LGBTQA+ ha i propri paladini, che combattono per essere riconosciuti ed essere tutelati. In Georgia era molto nota Kesaria Abramidze.
Kesaria Abramidze è stata la prima persona in Georgia a essersi dichiarata pubblicamente transgender e ha rappresentato il Paese al concorso Miss Trans Star International nel 2018 ed era diventata una personalità influente con un blogger molto seguito. Oltre ad essere una presentatrice televisiva e modella molto in voga
Una delle donne transgender più note della Georgia è stata uccisa nella sua casa, un giorno dopo che il parlamento del Paese aveva approvato un’importante legge anti-LGBT (quella citata del 17 settembre c. a.)
Le autorità locali affermano che Kesaria Abramidze, 37 anni, è stata accoltellata a morte nel suo appartamento nella capitale Tbilisi. Un violento e premeditato omicidio.
Il ministero dell’Interno ha affermato che sta indagando su un “omicidio premeditato commesso con particolare crudeltà e circostanze aggravanti basate sul genere”.
I gruppi per i diritti umani hanno collegato l’omicidio alla nuova legge anti-LGBT, sostenendo che la sua promozione da parte del governo ha alimentato crimini d’odio transfobici.
La legislazione del governo del primo ministro Irakli Kobakhidze limita fortemente i diritti delle persone LGBT. L’adesione al protocollo universale dlla tutela dei diritti umani mette a rischio l’entrata della Georgia nell’ U. E.
L’omicidio di Kesaria Abramidze non può essere considerato separatamente da questo grave contesto generale, e tale omicidio è collegato l’omicidio al programma legislativo del governo.
Tutto torna!
E la Chiesa ha molta influenza in un paese chiuso e fortemente influenzato da Madre Russia. E magari una mente malata ha potuto interpretare come un incentivo a commette l’omicidio di una persona trans.
Ad oggi l’unico sospettato è il compagno della modella.
Si spera che questa morte cambi qualcosa.