Dall’1 al 4 luglio nella suggestiva location di Palazzo Reale, nel cuore pulsante e storico di Napoli, si è tenuta la Fiera del Libro.
Uno dei primi eventi in presenza che ha riportato la centralità della cultura per le nostre esistenze devastate dal Covid e dalle limitazioni alla libertà della pandemia, accolto e coccolato nel ventre di Napoli con successo e voglia di ricominciare.
Passeggiando tra gli stand e assistendo ai diversi eventi culturali organizzati, si respira una aria nuova, un’aria di speranza che il peggio sia passato e sia alle spalle…finalmente!
Nelle parole degli espositori, una scintilla di ottimismo per il rilancio di un settore che, seppure ha pullulato di scrittori nell’epoca Covid, ha vissuto l’alienazione degli interventi e incontri anche letterari su web come una cosa innaturale per chi deve assistere alla presentazione di un libro, deve conoscere un autore e deve vivere l’esperienza del contatto coi libri.
Diversi gli stand di case editrici non napoletane, ognuna con una propria originalità e la propria caratteristica identitaria.
Tutti si sono mostrati sorpresi della rinascita post Covid che parte simbolicamente da Napoli e dal suo cuore vivo e culturale, un po’ titubanti sulla scelta di fare l’ingresso a pagamento che ha, di fatto, limitato un po’ la partecipazione.
Nel giro tra gli stand, ritroviamo, tra quelle napoletane, la casa editrice Mea che si presenta con uno spazio editoriale ricco ed eterogeneo, in grado di incuriosire e accattivare il lettore, con la varietà nella scelta delle letture proposte e dei libri da acquistare.
Uno dei pezzi forti tra i suoi scrittori l’ultimo libro di Francesco Paolantoni “Mungi da me” che, con la creatività e l’estro dell’illustratore Gianluca Musca, ha creato un libro spettacolo di grande originalità in grado di strappare risate a crepapelle nel ripercorrere l’anno surreale che la pandemia ci ha fatto vivere.
Degno di nota “A destra dell’arcobaleno” di Enrico Pentonieri e Carlo kik Ditto che narrano a quattro mani una storia, in piena epoca di diritti LGBT con il pride attivo per tutto il mese di giugno che lasciamo appena da qualche giorno alle nostre spalle, con la descrizione della libertà dell’amore senza distinzioni di sesso e genere.
Un romanzo attualissimo a tratti dissacrante e ironico in cui gli autori trovano una perfetta sintonia nel racconto e lo conducono al colpo di scena finale.
Una delle attrattive interessanti tra gli stand è stata la casa editrice NARRATE’ che ha creato dei libricini con un infuso di te’ dai vari gusti, abbinati al tema trattato, che scandiscono il tempo di lettura col tempo di infusione del te’ e per gli amanti del genere e dell’accoppiamento perfetto e romantico tra un bel te’ e un bel libro che rende l’idea assolutamente originale e vincente e la sua scoperta una piacevole sorpresa.
A colpire l’attenzione di un lettore attento, la presenza di una casa editrice Clean che ha immediatamente esaltato il segnale importante che ha lanciato Napoli con la fiera del libro dopo un periodo di immobilismo.
Tra le sue proposte interessante “Dipingere il movimento” sulla pittura di Dario Fo che, curato dalla fondazione Forame con la supervisione della famiglia di Dario Fo, ripercorre un tratto poco conosciuto del genio comico italiano, premio Nobel per la letteratura.
Stupisce l’entusiasmo e la gioia dei partecipanti all’evento che siano lettori accaniti, operatori di settore o semplici curiosi perché la cultura arricchisce e nutre l’anima e i libri sono davvero in grado di dissetare le seti di sapere, conoscere e amare per essere migliori e attenti al mondo e alle sue vulnerabilità.
Uno degli stand presenti aveva una veste completamente ecosostenibile e proponeva, tra gli altri titoli, “grand central dream “, un viaggio nella stazione di New York tra arte, cinema e letteratura, un viaggio sognante per il momento che viviamo e che è stato presentato nelle giornate della Fiera proprio da Francesco D’Amato Editore.
Tra le scoperte nel percorso letterario, la casa editrice Scienze e Lettere nell’ambizioso e riuscito tentativo di conciliare due mondi diversi ma profondamente collegati e intersecati l’uno all’altro con l’opera dal titolo “Tra le pieghe della storia” rende omaggio a Roberto De Simone uno dei maggiori esponenti del panorama musicale e culturale italiano, napoletano di nascita, regista e autore teatrale.
Negli ultimi stand, scopriamo un simpaticissimo lodigiano che ci presenta il suo Arpeggio Libero che, a differenza degli altri spazi espositivi, dedica particolare attenzione anche ai lettori più piccini con una vasta e originale scelta senza dimenticare la storia partenopea vista con lo sguardo dei borbonici “nei giorni della sventura” rivisitando una lettura e visione storica predominante.
Colpisce la genialità di avere ideato delle guide turistiche per le principali città italiane per i bambini che possono così non solo appassionarsi alla scoperta di luoghi nuovi ma apprezzarne e impararne le singole bellezze culturali, artistiche e naturalistiche con lo sguardo, il linguaggio accattivante ed agevole e le illustrazioni ben curate che incontrano consenso ed entusiasmo anche in lettori agli esordi più riottosi.
Napoli si presenta, dunque, trampolino di lancio di una nuova stagione culturale che deve abbandonare il coronavirus e vivere una nuova dimensione e una nuova vita.
Diverse le iniziative e gli eventi che si susseguono nell’estate infuocata che stiamo vivendo a partire dai teatri e dagli spettacoli dal vivo come i concerti che riprendono vita con emozione e coinvolgimento, dai musei che hanno organizzato notti bianche per i visitatori più temerari, il San Carlo che si sposta con i suoi spettacoli in diverse locations campane, particolarmente suggestive con un incontro diretto con il pubblico travolgente che sta riscuotendo enorme successo.
Insomma una Napoli viva, attenta alle proposte culturali, vivace nella molteplicità delle offerte, curiosa nell’incontro con il pubblico, sensibile alla normativa anticovid centrale nell’organizzazione degli eventi visto l’obbligo persistente dell’uso della mascherina anche per eventi all’aperto, ma soprattutto creativa e originale nel rinvenire soluzioni tipiche, spazi nelle infinite opportunità delle bellezze naturalistiche e artistiche presenti nel suo territorio e idee che testimoniano un risveglio dell’entusiasmo e della voglia di fare, creare, costruire, produrre, inventare dopo il lungo letargo forzato vissuto che, per una città viva ed esplosiva come Napoli, era assolutamente innaturale e deprimente.