La fontana della Maruzza, dal XVI secolo troneggia nei giardini della chiesa di Portosalvo, e come spesso capita a Napoli, appartiene alla lunga lista di fontane storiche degradate e abbandonate.
All’ epoca i residenti del luogo fecero una colletta per costruire questa fontana vicino alla chiesa dedicata ai marinai. Non si conosce il nome dell’autore, si sa solamente che i materiali usati per costruirla erano molto pregiati e che il marmo proveniva da Carrara.
La fontana è denominata della “maruzza”, perché il suo centro è caratterizzato da una scultura che raffigura una grande lumaca dalla quale sgorgava l’acqua che ricadeva poi nella vasca sottostante. La struttura, come del resto anche molte altre fontane napoletane, fu traslocata in altre zone, per poi ritornare nel suo luogo d’origine.
Fortunatamente, durante il risanamento, la fontana e la vicina chiesa, furono salvate dalle tremende distruzioni che interessarono la zona.
Il luogo godeva di una cattiva fama (all’epoca denominato Mandracchio,( piccola darsena, ricavato in un porto), ed era considerato sinonimo di “luogo malfamato e sporco”.
Non si sa in quale preciso momento, l’acqua che zampillava nella fontana fini’ e a poco a poco l’acqua evaporò e l’interno della fontana diventò una discarica a cielo aperto.
Nel 2016 grazie all’iniziativa “Monumentando” è stata restaurata e a farsi carico delle spese, fu uno sponsor privato. Il restauro costato circa 30.000 Euro durò poco più di 3 mesi, poi lentamente la fontana tornò nel degrado.
Oggi la fontana è stata trasformata in un orinatoio ad uso e consumo dei senzatetto che sistematicamente si accampano nei pressi della chiesetta di Portosalvo. Non si capisce come il Comune e Sovrintendenza non provvedano al recupero dell’antica fontana con un adeguato intervento.