Nella splendida cornice dei Campi Flegrei, precisamente all’interno del complesso archeologico delle terme di Agnano, su di un costone tufaceo si apre un cavità nota come “la Grotta del Cane” di cui già parlava Plinio il Vecchio nella sua opera Naturalis Historia, definendola Mortiferum Spiritum exalans (“che esala un soffio di morte”) si tratta di emanazioni gassose nocive per gli animali, utilizzati per testarne la pericolosità.
La grotta non è naturale ma è stata scavata in epoca romana senza neanche molta cura a circa 8,00 m. di profondità, con una larghezza di 1.20 m. Inizialmente questa grotta doveva avere lo scopo termale, ma ben presto la caratteristica del luogo ne consigliò l’abbandono per le esalazioni di anidride carbonica. Come si sa questo gas, essendo più pesante dell’ossigeno, resta in basso, impedendo la respirazione al di sotto del mezzo metro dal terreno e, per tale ragione, letale per gli animali. Il calore sprigionato dall’attività vulcanica del sottosuolo si aggirava intorno ai 60 gradi centigradi. La Grotta fu chiamata “del cane” perché i vapori nocivi di cui stiamo parlando sono avvertibili entro il metro d’altezza, quindi non risultano dannosi per l’uomo che, superando questa altezza riesce a respirare aria fresca, a differenza di un cane o di qualsiasi animale di piccola taglia.
Nei secoli precedenti, era possibile assistere al terribile spettacolo che aveva per protagonista un cane, il quale veniva introdotto nella cavità ed obbligato a respirare il gas tossico. Ovviamente il povero animale dopo pochi secondi perdeva i sensi. Cercando di scongiurargli la morte veniva immediatamente portato all’aria aperta ed immerso subito nel lago adiacente, il Lago d’Agnano. Ovviamente questa ignobile pratica non salvava tutti i cani, e i sopravvissuti all’esperimento riportavano delle serie conseguenze per la salute.
Dal 1930 la Grotta del Cane perse la sua forza attrattiva e fu abbandonata pur conservando le caratteristiche malsane, al punto che il Comune di Napoli nel 1970 la chiuse definitivamente visto l’elevato grado di pericolosità. Nel 1989, la cavità fu recuperata previa opere di bonifica e dal 2001 fu resa di nuovo visitabile.
A tutt’oggi però il percorso interno è chiuso per un incidente mortale avvenuto qualche anno fa, ma se si sale sulla stradina laterale si ha una splendida vista dei Campi Flegrei.