Usato sì, ma di gusto.
Di origine francese, il termine vintage era inizialmente indirizzato ai grandi vini, quelli d’annata destinati ad entrare nelle cantine di collezionisti. Oggi la parola viene utilizzata per indicare anche abiti e accessori di epoche passate, che la loro eleganza o le forme originali hanno reso classici intramontabili;e per essere considerato tale, un capo dovrebbe avere almeno vent’anni. Gli oggetti definiti vintage sono considerati oggetti di culto per differenti ragioni tra le quali le qualità superiori con cui sono stati prodotti che fanno acquisire all’oggetto in questione valore nel tempo.
Nella moda, gli abiti e i gioielli devono sottostare a requisiti particolari per essere considerati vintage: il criterio più basilare e generale è che questi appartengano a periodi, decenni e mode passate rispetto a quella attuale di cui si serba un caro ricordo.
Chi abbia concretamente deciso che un pezzo possa essere nuovamente indossato rimane un’incognita, ma ciò che è certo è che la passione e la ricerca di capi di seconda mano si è andata via via diffondendo negli anni, sviluppando una naturale tendenza di curiosità per il passato.
Nell’era della produzione di massa, si assiste a un sempre più crescente di autoaffermazione, per cui coloro che riescono a distinguersi grazie a uno stile unico e originale emergono visibilmente tra la folla. Con i marchi del retail di massa che immettono continuamente sul mercato copie e riproduzioni, non sorprende che la commercializzazione dei capi vintage abbia risvegliato la curiosità e l’attenzione di coloro che non vogliono omologarsi acquistando i capi del momento, ma desiderano invece emergere e spiccare tra la folla.
Le catene di negozi di massa possono soltanto tentare di imitare l’unicità di capi appartenenti ai periodi più diversi della storia della moda, ma non riusciranno mai a garantire la stessa qualità di un pezzo vintage. Da parte loro invece, i negozi vintage eccellono per l’attenzione e il lavoro di conservazione e restauro riservati a pezzi originali.
Sebbene la passione per la moda vintage stia riscuotendo un gran successo, rimane pur sempre di nicchia e si pone come alternativa al mercato odierno d’abbigliamento.
Coloro che acquistano pezzi vintage sono guidati da motivazioni differenti: per la maggior parte si tratta del desiderio di acquistare un capo o un accessorio intramontabile, per altri è invece una questione di stile, che si ispira ad un’idea di “revival” globale che viene portato ad nuova vita nel presente.
Pertanto definire oggi un oggetto vintage è ormai diventato un complimento: non lo si classifica più come vecchio o sorpassato, ma come qualcosa che ha resistito al tempo. Il termine infatti ha acquisito sempre maggiore attrattiva per cui la risposta “è vintage” a chi ci chiede la provenienza di un capo/accessorio è normalmente accolta da espressioni di rispetto e apprezzamento.
Potrebbe sembrare un paradosso, ma il binomio Vintage e Web funziona ed è vincente.
i primi appassionati dei capi degli anni ’70, ’80 e ’90 sono soprattutto i giovani che utilizzano il web come una finestra sul mondo andando alla ricerca di capi ed accessori vintage provenienti da tutto il mondo. Più “difficile” invece è andare alla ricerca di negozi reali vintage.
Qui di sotto vi proponiamo una lista dei top 6 negozi vintage partenopei:
- Oblomova vintage Via Cisterna dell’ Olio 37 – 80134 Napoli
- Dada vintage Via mezzocannone 71
- Frendo Vico San Domenico 2 – 80134
- Il baule del vintage Via Bellini 38 – 80135
- Silvì l’usato d’autore via Martucci 109
- Antichità Grossi Via Santa Maria di Costantinopoli