Come fare per iniziare il nuovo anno meglio di come si sia finito il precedente ? È la domanda che ognuno di noi si pone all’inizio di ogni anno nuovo per cercare di dare una svolta alla propria vita.
La celebre casa nipponica di produzione videoludica difficilmenteavrebbe potuto pensare di iniziare il 2018 meglio di come avesse finito il 2017; Tatsumi Kimishima e soci, con il trionfo planetario ottenuto da The Legend of Zelda: Breath of the Wild uscito nella prima parte dello scorso anno, ha chiuso un 2017 da sogno pubblicando l’ultimo capitolo della saga di Super Mario e ottendo anche con questo titolo un grandissimo (pronosticabile) successo.
Eppure l’azienda originaria di Kyoto non si è di certo adagiata sugli allori; ha infatti subito deciso di annunciare al Nintendo Direct del 17 gennaio Nintendo Labo, supporto in cartone per la Switch, ultimogenita della casa giapponese.
Ma cos’è di preciso Labo ? Cercherò di spiegarlo come posso, perché effettivamente “supporto di cartone per la Switch” non è certamente una defiizione adeguata.
Io definirei Labo come il coronamento di tutti i sogni dei bambini di una volta, di quelli che pur di divertirsi si mettevano a costruire giocattoli improvvisati con qualunque oggetto trovassero; in breve, Labo è un insieme di pezzi di cartone, modellabili per adattarsi a Switch e trasformare la piccola di Nintendo in particolari ed ispirati costrutti per videgiocare con quel “quid” in più. Potrebbe sembrare un accessorio superfluo (anche per il prezzo che avrà al lancio, di 70 € per la versione base) e magari lo sarà pure, ma con questa nuova creazione la casa nipponica di certo ha confermato il suo ruolo di competitor più creativo del mercato videoludico.
In conclusione, credo che questo Labo non sarà di certo ciò che farà vendere a Nintendo miriadi di copie di Switch, né tantomeno gli farà guadagnare tutto quello che Zelda ha fatto, però di sicuro sarà uno di quei device che cambieranno la storia dei videogiochi, nonostante si tratti di semplice cartone. E chissà se troveremo a giocarci più i bambini di una volta, oggi magari padri, piuttosto che i bambini di oggi.