La natura sa stupirci in tanti modi, ci sono esseri viventi che nemmeno la più fervida immaginazione produrrebbe, eppure esistono, con le loro particolarità.
Il caso della “antilope della steppa”, conosciuta agli studiosi come Saiga Tatarica, è uno di questi; infatti quando pensiamo alle antilopi immaginiamo animali affusolati ed eleganti e lo sarebbe, probabilmente anche questo animale, se non fosse per il suo enorme e buffo naso.
Il naso oltre ad essere gonfio e cadente è flessibile e le sue narici sono rivolte verso il suolo; la funzione di questa bizzarra proboscide è duplice: in estate funge da filtro contro la polvere dovuta all’arido territorio, mentre in inverno riscalda l’aria gelida prima che arrivi ai polmoni.
Inutile dire che l’olfatto è particolarmente sviluppato.
La saiga, se non osservassimo il volto, sembrerebbe una capretta dalla grossa testa, infatti i maschi, solitamente più grandi, possono raggiungere la stazza massima di circa i 70 cm al garrese ed il peso di 50 kg.
Non si tratta però di arrampicatori o saltatori, ma di corridori instancabili trovandosi in steppe semidesertiche.
Si tratta di erbivori diurni; non sono una stazionari, ogni giorno possono percorre anche 10 km; sono però gregari e si spostano in grandi branchi, solitamente composti anche da 40 esemplari.
La gregarietà viene interrotta nel periodo degli amori dai territoriali e “fumantini” maschi; in primavera si riuniscono tutti ad ovest del mar Caspio dove le femmine si preparano ad accogliere la nascita dei cuccioli.
Im estate tornano a scindersi in gruppetti meno numerosi.
Fino a qualche anno fa gli unici nemici naturali per la Saiga erano il lupo e l’afta epizootica, oggi purtroppo la principale causa di sterminio è l’essere umano.
Infatti a partire dagli anni ’70 la popolazione è drasticamente diminuita non solo per la diminuzione di habitat abitabile, ma soprattutto a causa del bracconaggio e della caccia smodata in seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica.
Ancora oggi la saiga, oltre che per il vello e la carne, viene cacciata per le corna che sembrerebbero essere miracolose nella medicina tradizionale cinese.
Il naso “ particolare” ha incuriosito l’uomo già dal Paleolitico: sono stati rinvenuti su lastre, rocce ed ossa dipinti rupestri ed incisioni della inconfondibile saiga in Francia e Spagna.