Non ci stancheremo mai di ribadire, in questa serie di “riscoperte”, – nelle quali ci piace accompagnarvi – il rapporto indissolubile della nostra città con il suo sottosuolo: la collina di Capodimonte (e quella adiacente di Materdei) ci offre un ottimo spunto per ragionare di come per questa città il suo stesso territorio sia costante fonte di mutamento nel bene e nel male. È un fenomeno noto a tutto il quartiere Sanità e a quelli limitrofi quello della cosiddetta “lava dei Vergini” che fino al vicino 1953 (Sindaco Achille Lauro) ha afflito con ripetute alluvioni la popolazione del quartiere, che fin dall’antichità ha combattuto col fenomeno: si trattava di vere e proprie alluvioni con un fiume di fango e detriti di grosse dimensioni che si staccavano, in occasione di forti e fortissime precipitazioni, dalle colline sovrastanti di Capodimente e Materdei e procedevano da Via Fontanelle e Via Sanità fino a lambire Piazza Garibaldi, Via Vergini appunto e nei casi più disastrosi (riportati dalle cronache del XVI e XVII secolo), anche via Toledo(attuale Via Roma).
Cimitero delle Fontanelle, cappella laterale con sarcofagi collettivi: qui una lapide ricorda, in occasione della trasformazione e spostamento della facciavista di Palazzo Zevallos di Stigliano, il casuale ritrovamento di resti umani che le alluvioni precedenti hanno fatto arrivare addirittura nel sottosuolo di via Toledo 185 (!) e che sono stati ricomposti e traslati in più degna sede tra il 1852 e il 1853.
Epidemie, carestie e alluvioni hanno flagellato Napoli nel corso dei secoli e in molti casi proprio la zona dei Vergini e Sanità è stata la più colpita poichè più densamente popolata e contemporaneamente in una situazione di fisiologica instabilità idrogeologica maggiore rispetto ad altre aree della città. Le terre circostanti le pendici delle colline di Capodimonte, Materdei e Capodichino state ciclicamente dei sepolcreti per le tante vittime dei suddetti flagelli che hanno afflitto la città ma altrettanto ciclicamente queste zone di sepoltura sono state sconquassate da alluvioni e smottamenti diventando sempre più pericolose per la salute della popolazione dei vicini rioni Stella, Arena, Vergini e Pendino.
“La nascita del cimitero delle Fontanelle viene fatta risalire al XVII secolo, quando a Napoli si susseguirono: 3 rivolte popolari, 3 carestie, 5 eruzioni del Vesuvio, 3 terremoti, 3 epidemie” (cit: © catacombedinapoli.it) e da allora in poi l’ossuario delle fontanelle divenne e rimase il luogo dove, successivamente alle varie bonifiche di chiese e confraternite, venivano conferiti i resti ritrovati, fino – come abbiamo visto – a includere aree apposite per rinvenimenti occasionali.
È da allora rimastoun luogo della memoria, eterno atto di amore e di omaggio per le spoglie anonime delle più umili vittime di carestie alluvioni e pestilenze che hanno copiosamente flagellato questa nostra città nei secoli….
Da Sempre le donne della Sanità, che per prime hanno partecipato attivamente dal 1837 in poi alla sua definitiva sistemazione, dedicano le loro preghiere alle Anime “Pezzentelle” accompagnandole così nel loro viaggio dopo la vita e ottenendo da loro grazie e benedizioni che soctituiscono ancora oggi uno dei legami più atavici e stretti tra questo popolo e la sua terra, la Sanità.
ESTRATTO DALLA PREGHIERA
PER LE ANIME “Pezzentelle”
“Anime belle anime sante
Io sono sola vuie siete tante
Anime sante, anime purganti,
Io son sola e vuie siete tante…”
Per info, prenotazioni, visite guidate e Tour del quartiere:
http://www.catacombedinapoli.it
ulteriori Info nei credits alla fine di questa video guida della Sanità