Fuochi colorati, luci sfavillanti e tantissimi messaggi, quelli che Irama ha riservato al pubblico, quello di Napoli nella data del suo “Plume tour” che ha toccato anche la nostra città. Uno show di un’ora e mezza circa in cui il cantante ha eseguito quasi l’intera discografia (se consideriamo che ha all’attivo una trentina di pezzi) senza riservare nulla all’immaginazione. Uno show ben costruito con momenti di umanità varia in cui l’artista si è aperto a racconti e aneddoti facenti parte la sua vita; la cosa che ha colpito in modo favorevole è stata proprio quell’apertura che di norma si riserva ad un parente o ad un amico…lui l’ha riservata al suo pubblico.
E’ una cosa tanto bella e che si dovrebbe vedere certamente più spesso a menzione del fatto che, se si può parlare di “artisti” e di “musica” è proprio grazie a chi questa “musica” la rispetta comprando i dischi e facendo le file ai botteghini per i biglietti dei concerti.
Chi è nel settore lo sa bene; sulle produzioni e le creazioni i margini di guadagno sono bassi, ragion per cui investire su uno spettacolo dal vivo a volte (sempre più spesso purtroppo) diventa difficoltoso; siamo contenti, però, che quello andato in scena a Napoli sia stato uno spettacolo di tutto rispetto.
Il Complesso Palapartenope quasi gremito in ogni ordine di posto e lo spirito dell’evento si respirava forte ovunque; dal cortiletto dove i papà fumavano (i sacrifici dei papà) al bar dove le mamme pur non sapendo di chi si trattasse erano soddisfatte di quello che stava accadendo. Per mia natura sono un po’ scettico ed allora sono andato gironzolando per il complesso e devo ammettere che anche il settore disabili era ben custodito e con un ottimo angolo di visuale. E’ stato uno show completo in ogni sua parte. Come dicevo, una quasi intera discografia con musicisti preparati e soprattutto simpatici (quando il pubblico ha un’età media di 14 anni devi sudartelo il palco) che si intrecciavano e scambiavano spesso di posto non lasciando mai nessuno deluso nel poterli vedere.
Una menzione particolare, però, va fatta a chi era li per sostenere l’evento; gli addetti alla SICUREZZA e i vari addetti ai SOCCORSI; purtroppo è capitato lo show si dovesse fermare in due, tre occasioni in quanto alcune ragazzine non hanno retto alla pressante folla accorsa per l’evento. L’emozione delle prime file, la stanchezza, il clima super euforico e purtroppo qualcuno non è stato proprio bene…ma anche lì sono riuscito a sbirciare e posso confermare che nessuno ha avuto ripercussioni gravi. A dirla tutta in 30 anni di vita solo due volte mi era capitato di assistere ad una cosa del genere ma a tratti è stato un po’ come assistere ai vecchi video in cassetta di Michael Jackson…dove ti giravi, ti giravi c’erano ragazzine che svenivano ed addetti che correvano. Irama ma cosa ci fai tu alle ragazze (direbbe il grande Totò). Unico neo, se così possiamo dire è una certa propensione alla persona del MITICO Fabrizio De Andrè, mi spiego: un pezzo dell’artista toscano potremmo definirlo un tributo al poeta in quanto parecchio simile sia nel cantato che nella musica e se così non fosse…beh ci sarebbe da preoccuparsi.
Poco male in quanto dove c’è musica sana, fatta com il cuore tutto è accettabile, ed Irama è uno che di cuore ne ha da vendere.