Quando la musica si sviluppa attraverso l’elettronica le possibilità che si creano sono a dir poco infinite, e così pure gli scenari e le immagini che ci accompagnano all’ascolto di questa. Questa settimana vi parlo dei NODe (not ordinary dead); un gruppo che nasce nel Febbraio 2011 dalla collaborazione dei due musicisti Johnny Lubvic e Kamoto San e che, esattamente un anno dopo, attraverso l’ep “Tuning the Untunable”, daranno il via al percorso dei NODe, un percorso lungo, stimolante e variegato (cosa che nella musica rende sempre tutto più piacevole). Da quel momento ci saranno vari cambi di formazione, varie produzioni e moltissimi live dal grande impatto visivo,ed io li ho raggiunti per qualche domanda. Ecco cosa ci siamo detti:
- La prima domanda che vi pongo è la seguente ed è di rito; come nascono i NODe?: Potrei raccontare cose mirabolanti o motivazioni esistenziali, la verità è che quando si nasce con l’amore per la musica, il bisogno di esprimere i propri stati d’animo tramite una forma d’arte, qualunque essa sia, è normale incontrare sulla propria strada persone con la stessa esigenza.Tutti noi del gruppo siamo musicisti da quando possiamo ricordare, dalla nostra infanzia, non siamo diversi da tutti gli altri artisti, abbiamo deciso di provarci insieme, nella speranza di fare qualcosa di apprezzabile da lasciare agli altri.Se ciò che produciamo non sarà considerato interessante nel tempo, nessuno potrà negarci il diritto di averci provato!
- Il vostro, è un genere molto particolare…ambizioso ma gratificante; qual è stato il percorso che vi ha portato a scegliere quel preciso genere?: La scelta del genere è stata spontanea, in effetti non potremmo nemmeno parlare di scelta… probabilmente è facile approcciare ad una musica che faccia largo uso della tecnologia, dal momento che gli strumenti che usiamo tutti i gironi per qualunque attività sono gli stessi che utilizziamo anche per fare musica. Gli strumenti elettronici portano ad un tipo di sonorità ben precisa, può sfociare in vari generi, dall’ambient alla dance o, come nel caso nostro, cercare di fondere diversi generi in uno solo che possa far ballare, essere ascoltato ad un livello più superficiale come ad uno più attento. Oltre che parlare di genere, potremmo anche dire che è una musica multi-livello.
- Nel corso del tempo avete sentito sempre il bisogno di rafforzarvi con l’arrivo di nuovi membri e questo ha portato bene alle vostre produzioni; a questo giro arriva la voce di Karissa e da poco è uscito Rcade…ce ne volete parlare?: L’esigenza di ampliare la formazione è stata sempre dettata dalla voglia di proporre al pubblico un’esperienza “live” quanto più ricca e coinvolgente possibile e, negli anni, abbiamo cambiato più volte formazione, aggiunto musicisti, persi alcuni per svariati motivi, ma oggi siamo arrivati ad una formazione che possiamo considerare definitiva, con l’arrivo di Karissa alla voce ma anche di Stefano Marseglia e Massimiliano Mauriello alla chitarra. Rcade rappresenta un traguardo soprattutto da questo punto di vista, siamo riusciti a far collimare l’ascolto delle tracce tramite la riproduzione digitale con quello dal vivo, con una resa quanto più fedele al disco ed al tempo arricchita per renderla più trascinante e ballabile.
- Qualche mese fa è uscito S.O.D.A il vostro nuovo singolo, da cui avete tratto un video che ha avuto un buon successo in termini di visualizzazioni. L’idea di unire la dance ai videogame, ad un viaggio molto psichedelico l’ho trovata geniale; qual è il processo compositivo che usate di per mettere la musica su disco? Cosa vi ispira nella creazione dei brani?: Il processo compositivo è qualcosa che parte da un’idea globale che dovrà avere la pubblicazione, un motivo narrante unico, presente, in modo sottile o meno, in tutte le canzoni. Solitamente non si parte con la composizione fin quando non arriva l’ispirazione del mondo che dovrà rappresentare il disco e dello stile complessivo. Per Rcade ci siamo sentiti di rappresentare qualcosa che ha fatto parte della nostra adolescenza e che ha rappresentato una tappa fondamentale per tutta la musica mondiale. Non è solo un processo “di genere” ma una reinterpretazione in chiave moderna di ciò che è stato e ci ha condizionati, nelle nostre scelte, nella cultura e nel gusto. Non si tratta di essere “derivatisti” (termine oggi molto amato dai critici), semplicemente c’è poco da inventare oggi, l’importante è approcciare con onesta al nostro bagaglio culturale vedendo le cose con gli occhi di oggi.
- Un bel disco da ascoltare ma soprattutto da ballare; dove sarà possibile ascoltarvi live prossimamente?: Siamo felici di aver fatto un disco che piaccia, almeno stando ai feedback avuti fino ad ora, e siamo ancora più felici che la gente lo apprezzi anche dal vivo, e ci regali il calore della presenza ai nostri concerti. Per ora il calendario delle serate si aggiorna mese per mese, quindi invitiamo chiunque sia interessato a seguirci sui nostri socials, Facebook, Instagram, sui quali potrà venire a conoscenza delle nostre prossime serate.
- A voi i saluti finali: Come salutarvi… magari con un augurio, che la musica torni ad essere ciò che era prima, non un mero strumento di guadagno ma espressione di cultura e divertimento, aggregatrice di generazioni. Cambiano i tempi, continueremo a fare musica per tutti voi e per chiunque abbia la curiosità di ascoltarci. Siate curiosi.
Oggi il gruppo è formato da Johnny Lubvic, Karissa, Andrea Vinti, Massimiliano Mauriello, Stefano Marseglia, e Roberta Arienzo; tutti impiegati attivamente nella creazione dei futuri progetti della band in quanto ogni passo, secondo questi ragazzi, deve essere più importante del precedente. In merito a questo disco posso dirvi che è davvero una bella emozione; tonico, forte e piacevole…non solo da ascoltare ma anche da ballare. Il pezzo, a mio avviso, migliore è sicuramente “S.O.D.A”. Per chiunque volesse seguire questi ragazzi lascio i link alla Pagina Ufficiale Facebook, la Pagina Ufficiale Instagram e la Pagina Ufficiale Twitter. Mi raccomando come anche i nostri amici ci suggeriscono, SIATE CURIOSI.