Arriva alla terza edizione il Premio letterario nazionale Opera Prima Severino Cesari, con la finalità di premiare la migliore Opera Prima dell’anno nel nome e nel ricordo di Severino Cesari, promosso dalla Regione Umbria d’intesa con Emanuela Turchetti, moglie del giornalista e curatore editoriale umbro, uno dei più importanti editor italiani degli ultimi decenni, scomparso nel 2017. Per l’edizione di quest’anno è stato chiesto a un centinaio di librerie italiane di segnalare – entro il 31 marzo – un massimo di tre opere d’esordio di narrativa italiana (romanzo o raccolta di racconti) di autore vivente, ritenute particolarmente valide e promettenti, pubblicate per la prima volta in volume cartaceo in Italia tra il 1° marzo 2019 e il 29 febbraio 2020 e regolarmente in commercio (non sono ammessi rifacimenti e riedizioni).
Una precisa “scelta di campo” da parte dei promotori del Premio, questa di coinvolgere le librerie italiane, per dare voce a queste figure cardine per la promozione culturale sui territori, in un momento di così forte incertezza economica. La Giuria – presieduta dalla scrittrice Simona Vinci – è composta quest’anno da Pietrangelo Buttafuoco, Giancarlo De Cataldo, Giovanni Dozzini, Luca Gatti, Gabriella Mecucci, Francesca Montesperelli, Giacomo Papi e Michele Rossi.
L’assessore regionale alla Cultura, Paola Agabiti, afferma: “Un appuntamento che abbiamo voluto fortemente, lavorando con attenzione affinché potesse svolgersi con la presenza di pubblico e in completa sicurezza. Abbiamo dovuto rinunciare a qualche appuntamento, limitare gli accessi e prevederne la prenotazione, ma senza incidere sulla qualità dell’evento. ‘Prossimo Contatto’, il tema scelto, è un augurio che ci facciamo, una sfida di cui saremo protagonisti. Nonostante le limitazioni che il particolare periodo impone, l’Umbria conferma la sua vocazione culturale, da cui ripartire per la promozione e la crescita del territorio”.
Marta Barone con “Città sommersa” (Bompiani), Jonathan Bazzi con “Febbre” (Fandango Libri) e Fabio Bacà con “Benevolenza Cosmica” (Adelphi) sono la terzina finalista.
La premiazione avverrà durante la prossima edizione di Umbrialibri, la rassegna editoriale e culturale promossa dalla Regione Umbria, che si terrà a Perugia, presso il Complesso monumentale di San Pietro, da venerdì 9 a domenica 11 ottobre 2020.
Città sommersa di Marta Barone
Il ragazzo corre nella notte d’inverno, sotto la pioggia, scalzo, coperto di sangue non suo. Chiamiamolo L.B. e avviciniamoci a lui attraverso gli anni e gli eventi che conducono a quella notte. A guidarci è la voce di una giovane donna brusca, solitaria, appassionata di letteratura, e questo romanzo è memoria e cronaca del confronto con la scomparsa del padre, con ciò che è rimasto di un legame quasi felice nell’infanzia felice da figlia di genitori separati, poi fatalmente spinoso, e con la tardiva scoperta della vicenda giudiziaria che l’ha visto protagonista. Chi era quello sconosciuto, L.B., il giovane sempre dalla parte dei vinti, il medico operaio sempre alle prese con qualcuno da salvare, condannato al carcere per partecipazione a banda armata? E perché di quel tempo – anni prima della nascita dell’unica figlia – non ha mai voluto parlare? Testimonianze, archivi e faldoni, ricordi, rivelazioni lentamente compongono, come lastre mescolate di una lanterna magica, il ritratto di una persona complicata e contraddittoria che ha abitato un’epoca complicata e contraddittoria.Torino è il fondale della lotta politica quotidiana con le sue fatiche e le sue gioie, della rabbia, della speranza e del dolore, infine della violenza che dovrebbe assicurare la nascita di un avvenire radioso e invece fa implodere il sogno del mondo nuovo generando delusione e rovina. Il romanzo di un uomo, delle sue famiglie, delle sue appartenenze, la sua vita visitata con amore e pudore da una figlia per la quale il mondo si misura e si costruisce attraverso la parola letta e scritta.
Febbre di Jonathan Bazzi
Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles –, il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano. Dai cui confini nessuno esce mai, nessuno studia, al massimo si fanno figli, si spaccia, si fa qualche furto e nel peggiore dei casi si muore. Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso.
Benevolenza cosmica di Fabio Bacà
A Kurt O’Reilly non ne va bene una. Ma una, eh? Il medico cui si rivolge per un piccolo fastidio gli spiega, esterrefatto, che in tutti i casi conosciuti quel problema ha un esito nefasto – tranne che nel suo. Sul lettino di un tatuatore, una sensazionale pornostar gli lascia intravedere un paradiso a portata di mano. I soldi investiti distrattamente non fanno che moltiplicarsi. Persino il tassista che lo scorrazza in una Londra appena spostata nel futuro insiste per pagargli lui la corsa. No, decisamente qualcuno trama alle sue spalle, e a Kurt non resta che tentare di capire chi, e perché. Un po’ alla volta una macchinazione verrà fuori, in effetti, ma non possiamo dire altro: perché la macchinazione è questo singolare, trascinante, divertentissimo romanzo.