Trama: «Camminare tra i vetri è un’arte. Soltanto sanno farla certi artisti circensi. Ho sentito dire che li chiamano fachiri. Ma lo facciamo anche noi bambini del campo. Ogni giorno giochiamo a dribblare ratti siringhe resti dei falò. Nel campo siamo acrobati, camminiamo in equilibrio sui fili di rame.» (dal testo di Marìa José Floriano). Età di lettura: da 9 anni.
Kalandraka
Recensione: Sono bambini di periferia, vivono in baraccopoli, in mezzo alla discarica, vestiti con poco, in mezzo ai rottami. Ma loro non sono rottami, sono persone che vivono ai margini. Guardano i circensi e cercano di imitarli: camminano scalzi sui vetri, i loro dardi da lanciare sono siringhe usate, sono equilibristi sui cavi, domatori di topi, s’intrufolano nelle case, scappano dalla polizia, vivono in un villaggio tutto loro, dove tutti fanno qualcosa. Il padre del protagonista, per guadagnare di più, ha un segreto: sta preparando il Grande Trucco. Mio figlio A., ben più sveglio di me, mi fa notare che si tratta di una coltivazione segreta e clandestina di cannabis. L’uomo ha tantissime piantine che crescono chiuse in un capannone illuminate da lampadine. La mamma, la donna cannone, vorrebbe qualcosa di più concreto, le piacerebbe essere catapultata via da quella vita e, magari, toccare la luna, cosa impossibile, ma che le sembra più fattibile rispetto a sopportare questa vita.
Ma un giorno, arrivano le ruspe, bisogna andar via, spostarsi. E che sia l’inizio di un cambiamento? Un speranza si accende nei bambini.
Ciò che maggiormente colpisce in questo albo, a parte la triste realtà in cui vivono questi ragazzini, sono le illustrazioni, sembrano foto scattate da reporter: ogni espressione immortalata racconta una storia, non si tratta di semplici disegni, ma di scorci di vita, un’esistenza così lontana dalla nostra, ma che in fondo conosciamo bene grazie ai media.
Un’opera che fa male nel suo realismo, stridente il racconto scanzonato ed ingenuo del narratore rispetto a ciò che i nostri occhi percepiscono osservando le pagine.
Il titolo originale del libro è “El Gallinero”, perché così si chiama uno degli insediamenti della Comunità di Madrid in cui rimangono attivi diversi centri di marginalità. Nonostante il ricollocamento e i tentativi di trovare una soluzione dignitosa per i suoi abitanti, la situazione non è ancora stata risolta. Per più di vent’anni è stato il cuore della Canada Real, la baraccopoli più grande d’Europa in cui sono arrivati a vivere in condizioni insalubri fino a trecento bambini e le loro famiglie.
In italiano è stato intitolato “La terra di nessuno” perché le persone dimenticate della nostra società possono aspirare a vivere soltanto in questo tipo di luoghi. Un terzo della popolazione mondiale vive nella periferia delle città dentro baracche, favelas o slum a secondo del luogo. Ognuna delle persone che vi abitano alberga speranze, sogni e cerca la scintilla di un’opportunità.
Maria José Floriano
Laureata in Comunicazione Audiovisiva, ha lavorato come giornalista per diverse emittenti radiofoniche, canali televisivi e case di produzione come Prisa Internacional, El Mundo TV o Antena 3. Attualmente si dedica al suo lato letterario come autrice, tiene conferenze e laboratori di scrittura , e sviluppa la creatività e le attività di animazione della lettura attraverso incontri e circoli di lettura con un pubblico di tutte le età.
Federico Delicado
(Badajoz, 1956). Laureato in Belle Arti presso l’Università Complutense. Nel 1980 inizia la sua carriera professionale producendo materiali audiovisivi e lavori per la stampa. Ha partecipato a mostre di pittura e scultura. Ha pubblicato numerosi libri per bambini e ragazzi. Tra i riconoscimenti che ha ricevuto, spicca il VII Premio Internazionale Compostela per l’Album Illustrato per “Ícaro”, che compare anche nelle liste d’onore The White Ravens 2015 e IBBY (Illustration) 2016.