A causa delle molteplici guerre, dall’incuria e dal passare del tempo, Castel Nuovo doveva in qualche modo essere ristrutturato.
Nel 1532, Il viceré di Toledo “ don Pedro de Toledo” stabilì che nella riqualificazione urbanistica della città fosse data priorità alla ristrutturazione di Castel Nuovo, però affinchè la costruzione fosse realizzata, ci volevano tanti soldi.
Soldi che ovviamente mancavano, dopo aver fatto ricostruire i i torrioni del molo dell’Incoronata, di santo spirito e del parco. Fu così che per recuperarli l’unica strada possibile era quelle di ricorrere a nuove gabelle.
Il popolo ormai era stato spremuto fino all’osso, solo una categoria che fino ad allora era sfuggita ai gabellieri si era salvata da qualunque tassa, era quella delle prostitute, che a quell’epoca si riunivano al Largo Baracche. Il viceré per questo decise di imporre una tassa esosa sulla prostituzione: per cui, tutte le donne che si accompagnavano ai soldati spagnoli dovevano cedere tre quarti del compenso pattuito.
Da quel giorno le prostitute, ritennero che dato quello che dovevano pagare, tutta la zona sottostante il bastione fosse di loro proprietà per esercitare il loro mestiere.
Fu così che grazie alla tassa sulle prostitute il ricavato venne utilizzato per ricostruire la torre che da allora i napoletani chiamano «dellu Maluguadagno».